Come il mondo dell'arte e quello della comunicazione di massa hanno raccontato nel corso dei mesi gli sviluppi legati alla pandemia? Se lo è chiesto Fabrizio Spucches, autore di una nuova mostra prossima all'apertura a Milano.
A quasi un anno d’inizio dalla pandemia, una nuova mostra fotografica si propone di raccontare le emozioni contrastanti che hanno governato le nostre giornate durante il lungo lockdown. Regista di questo “viaggio” sarcastico e pungente è Fabrizio Spucches, autore di Once upon a time in 2020: la rassegna in apertura il prossimo 28 febbraio, e allestita fino al 18 marzo, negli spazi dello Scalo Lambrate di Milano.
Curata da Nicolas Ballario – volto noto di Sky Arte con la sua trasmissione The Square –, la rassegna presenta un insieme di spunti visivi legati al mondo della cronaca e a quello della cultura, in risposta a questa domanda: può l’arte essere strumento di rappresentazione della realtà, sottraendo questo primato alla banalità della comunicazione di massa?
Attraverso un percorso diviso in sezioni, realizzate grazie alla collaborazione dell’art director Umberto Cofini, la mostra offre vari punti di vista sulla condizione umana in questi lunghi mesi di pandemia: tra mascherine, reclusioni domestiche e disastrose conseguenze economiche. Il tutto, osservato attraverso sguardi sempre ironici e surreali – come nel caso della serie di ritratti dal sapore rinascimentale.
L’intero progetto sarà inoltre sintetizzato all’interno di un volume, con la prefazione di Oliviero Toscani, e di un mini-documentario che ne racconterà gli intenti e la produzione.