Mostra del Cinema di Venezia: assegnato a Roberto Benigni il Leone d’oro alla carriera

15 Aprile 2021


Il mio cuore è colmo di gioia e gratitudine. È un onore immenso ricevere un così alto riconoscimento verso il mio lavoro dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia“. Con queste parole il regista, attore e sceneggiatore Roberto Benigni ha commentato il Leone d’oro alla carriera che gli è stato attribuito in vista della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. In calendario dal 1° all’11 settembre 2021, la kermesse lagunare ha scelto di conferire al cineasta italiano il prestigioso riconoscimento.

La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia, su proposta del direttore della Mostra Alberto Barbera, che così ha ricostruito il profilo di Roberto Benigni: “Sin dai suoi esordi, avvenuti all’insegna di una ventata innovatrice e irrispettosa di regole e tradizioni, si è imposto nel panorama dello spettacolo italiano come una figura di riferimento, senza precedenti e senza eguali. Alternando le sue apparizioni su palcoscenici teatrali, set cinematografici e studi televisivi con risultati di volta in volta sorprendenti, si è imposto in tutti in virtù della sua esuberanza e irruenza, della generosità con cui si concede al pubblico e della gioiosità appassionata che costituisce la cifra forse più originale delle sue creazioni“.

BENIGNI, UN ARTISTA ISTRIONICO

Barbera, inoltre, illustrando le doti e la versatilità dell’artista ha aggiunto che “con ammirevole eclettismo, senza mai rinunciare a essere se stesso, è passato dal vestire i panni dell’attore comico tra i più straordinari della pur ricca galleria di interpreti italiani, a quelli di regista memorabile in grado di realizzare film di enorme impatto popolare, per trasformarsi da ultimo nel più apprezzato interprete e divulgatore della ‘Divina Commedia’ dantesca. Pochi artisti hanno saputo come lui fondere la sua comicità esplosiva, spesso accompagnata da una satira dissacrante, a mirabili doti d’interprete – al servizio di grandi registi come Federico Fellini, Matteo Garrone e Jim Jarmusch – nonché di avvincente e raffinato esegeta letterario“.

LA CARRIERA DI ROBERTO BENIGNI

Originario di Misericordia (Castiglion Fiorentino, Arezzo), Benigni ha intrapreso il percorso artistico all’inizio degli anni Settanta. Nei primi anni ha affiancato il lavoro in ambito teatrale alle partecipazioni a vari show televisivi, fra cui L’altra domenica  di Renzo Arbore. Come attore è stato diretto da Giuseppe Bertolucci, in  Berlinguer ti voglio bene (1977), da Marco Ferreri in Chiedo asilo (1979), da Sergio Citti ne Il minestrone (1981) e, fra gli altri, da Federico Fellini nel film-testamento La voce della luna (1990). Memorabile la co-direzione di Non ci resta che piangere (1984) con l’indimenticabile Massimo Troisi, ancora oggi un’opera-cult del cinema italiano.

Scandita da opere di ampio successo come Johnny Stecchino (1991), Il mostro (1994), La vita è bella (1997) e Pinocchio (2002), la sua carriera lo ha reso uno dei cineasti più popolari e apprezzati del Paese. Il suo talento è ampiamente riconosciuto anche all’estero: la consacrazione definitiva è avvenuta negli anni Novanta, con il fortunato film La vita è bella, da lui scritto, diretto e interpretato.

IL SUCCESSO GLOBALE DE LA VITA È BELLA

Uscita nel 1997, la pellicola ha infatti vinto i premi Oscar per il miglior film straniero e il migliore attore, cui si somma quello per le migliori musiche attribuito al Maestro Nicola Piovani, e il Gran premio della giuria al Festival di Cannes. Fra gli ulteriori riconoscimenti ottenuti da La vita è bella anche quattro David di Donatello e quattro Nastri d’argento. A 24 anni dall’uscita, resta il film con il maggior seguito di pubblico del cinema italiano, nonché quello che ha totalizzato il più alto numero di spettatori nel mondo: 9,7 milioni di persone.

Istrionico, poliedrico, capace di muoversi con scioltezza da un registro all’altro, nell’arco della carriera Benigni è stato premiato anche per altri suoi riconosciuti successi cinematografici: ha ottenuto il David di Donatello per Il piccolo diavolo (1988) e Johnny Stecchino (1991), e il Nastro per Daunbailò (1986), Johnny Stecchino (1991), La tigre e la neve (2005) e recentemente, come miglior attore non protagonista, nel ruolo di Geppetto, per Pinocchio (2019) di Matteo Garrone.

ROBERTO BENIGNI E DANTE ALIGHIERI

Nel 2008 ha ricevuto a Parigi il César d’Honneur. Nel 2016 è stato premiato con il Globo d’Oro alla carriera e l’anno successivo con il Premio alla carriera dei David di Donatello. Nel 2020 ha conquistato il Prix Lumière alla carriera; dieci le lauree Honoris Causa che gli sono state conferite. Negli ultimi anni si è distinto anche in veste di divulgatore, interpretando e commentando opere simbolo della letteratura italiana, a partire dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. Nel 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo ha nominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

[Immagine in apertura: Courtesy La Biennale di Venezia]