L’arte onirica di Dalí in un nuovo graphic novel

16 Maggio 2021

Il treno di Dalì (Shockdom, 2021)

Reinterpretare le opere di un grande artista del passato non è mai semplice. Se a essere preso in esame, poi, è un pittore come Salvador Dalí, la questione si complica, rendendo l’impresa ancora più ardua e coraggiosa. A sfidare la sorte, rivisitando in maniera personale l’arte dell’eccentrico maestro spagnolo, sono oggi Salvatore Vivenzio e Fabio Iamartino, i due giovani autori dietro Il treno di Dalí, il nuovo romanzo a fumetti edito da Shockdom.

LA TRAMA DEL LIBRO

Protagonista del volume (nell’immagine in apertura un dettaglio della copertina) è Dalí, un investigatore privato senza talento che accetta l’incarico di ritrovare una persona scomparsa. La missione lo porterà a Città Nuova, luogo misterioso nel quale ogni tentativo di indagine da parte del detective viene interrotto da eventi assurdi e inspiegabili. Scenografie delle avventure sono proprio i dipinti del pittore con i baffi all’insù, riproposti al lettore grazie all’interpretazione onirica e inquietante del bravo Iamartino, disegnatore al suo esordio.

IL COMMENTO DEGLI AUTORI

Essendo il background visivo del racconto ben esplicitato sin dal nome del protagonista”, ha raccontato Fabio Iamartino, “il mio lavoro è potuto scaturire solo da una rielaborazione di tantissimi spunti sui quali ci siamo confrontati e di cui mi sono circondato fin da subito: dalle influenze surreali più classiche di Dalí, de Chirico e Magritte, alle sperimentazioni contemporanee di Cornellà, Robbie Trevino, Brecht Vandenbroucke ed Eric Lambé”.

‘Il treno di Dalí’ nasce da un periodo abbastanza turbolento della mia vita, quello che passa dall’ultimo anno di liceo al primo di università”, ha aggiunto Vivenzio. “Il mio approccio al mondo degli adulti è stato difficile, ho dovuto mettere da parte molte cose e cercare di mediare tra quelli che erano i miei sogni, i miei desideri, e la realtà. Inutile dire che per un lungo tempo mi sono perso: non capivo più cosa stessi facendo né cosa volessi. Era anche il periodo in cui mi ero appassionato al Surrealismo, soprattutto cinematografico, oltre alla pittura. Ho unito il momento particolare che stavo passando alle influenze di quel periodo, ed è uscita una storia sognante, sghemba, con un protagonista senza speranza. Era come mi sentivo in quel momento”.