Gli anni selvaggi di Flea, bassista dei Red Hot Chili Peppers

3 Giugno 2021

Flea / Fabulosfab. Foto tratta dal libro Acid for the Children (HarperCollins Italia, 2021)

C’era una volta un biondo ragazzino australiano che amava il suo cane. La vita lo ha preso e lo ha sbattuto di qua e di là. Inciampando e cercando, goffo e con gli occhi bendati, quel ragazzino si è innamorato della bellezza”. Si potrebbe riassumere in queste poche parole il viaggio biografico di Flea, bassista dei Red Hot Chili Peppers da pochi giorni in libreria con Acid For the Children, il nuovo volume dedicato ai suoi (quasi) sessant’anni di vita. Una vita speciale, che meritava di essere raccontata. E che merita di essere letta, come spesso accade quando si ha a che fare con le grandi rockstar.

UN DIARIO PRIVATO

Scritto in prima persona dallo stesso musicista a partire da un brutto incidente avvenuto nel 2015, il libro – pubblicato da HarperCollins Italia – è impostato come un insieme di aneddoti sull’infanzia e sulla giovinezza del protagonista. Non un vero e proprio “romanzo autobiografico”, dunque, ma un diario a cuore aperto nel quale episodi ed eventi si susseguono a ritmo incalzante. Come se si trattasse di una partitura musicale.

LA VITA DI FLEA

A occupare buona parte del racconto e l’infanzia del bassista, nato a Melbourne nel 1962 e cresciuto tra i sobborghi di New York insieme alla sua altalenante famiglia. Il rapporto travagliato con il padre e quello non meno instabile con il compagno della madre, l’uso delle droghe e la disintossicazione, la profonda amicizia con il cantante Anthony Kiedis e la passione per numi sacri della musica come Miles Davis, Dizzy Gillespie e Louis Armstrong.

C’è tutto questo e molto di più nelle 380 pagine del volume. Tutto, eccetto (o quasi) i Red Hot Chili Peppers. Il libro si conclude infatti appena dopo il concerto di debutto della band nel 1983 al Rhythm Lounge di Los Angeles, evento che avrebbe segnato l’ascesa del gruppo come una delle formazioni più iconiche e longeve della musica rock. La scelta di spostare i riflettori dallo stage alla vita privata è voluta e ragionata. Un omaggio ai momenti più cupi della giovinezza, e un invito a trovare la “luce” anche negli eventi più bui del nostro cammino.

[Immagine in apertura: Flea / Fabulosfab. Foto tratta dal libro Acid for the Children (HarperCollins Italia, 2021)]