I pionieri della fotografia conquistano Stoccolma

27 Maggio 2018


Sembra incredibile che, nell’arco di poco più di un secolo, la fotografia abbia potuto evolversi in modo così evidente: partendo dai dagherrotipi e dalle lunghe sessioni di posa in studio, ora la possibilità di immortalare l’attimo è patrimonio comune. Al punto che, a ben pensarci, non abbiamo più neppure bisogno di una macchina fotografica per farlo: come testimonia la corrente della cosiddetta “mobile photography”, spesso è sufficiente un telefono.

Il progresso non riesce comunque a negare la qualità straordinaria degli scatti artistici sin dagli esordi del mezzo. È il caso appunto delle opere nel percorso espositivo di Written in Light – Early Photography, la mostra che il Moderna Museet Malmö , in Svezia, dedica ai “pionieri della fotografia” fino al 13 gennaio 2019.
Presentando al pubblico gli scatti di alcuni dei più affascinanti sperimentatori della fotografia ai suoi esordi, come Julia Margaret Cameron e Carleton E. Watkins, la rassegna evidenzia come il mezzo sia stato in grado sin dalla sua introduzione – tra il 1843 e il 1897, l’arco di tempo indagato – di essere applicato a funzioni e ruoli differenti, di fatto coprendo la maggioranza dei generi dell’arte visiva, dal ritratto al paesaggio.
Oltre a dimostrare la varietà dei soggetti, la mostra restituisce un’esaustiva panoramica delle tante tecniche già sviluppate nella seconda metà dell’Ottocento, dai dagherrotipi alla stampa all’albume.

Considerando che la “scrittura con la luce” – la fotografia stessa, la cui etimologia deriva dal greco – sta attraversando proprio ora un nuovo periodo di transizione, grazie alla massiccia diffusione di immagini avvenuta con internet e i social network in particolare, ripercorrerne la storia e pensare alla sua eredità culturale e artistica è quanto mai rilevante.

[Immagine in apertura: Julia Margaret Cameron, Henry Taylor, dettaglio, 1867]