Un antico filatoio oggi dismesso, un concorso per giovani creativi: chiamati a immaginare nuovi modi per esaltarne gli spazi. Fondazione Sella lancia, nel biellese, la decima edizione del Premio Federico Maggia
Un complesso produttivo attivo, senza soluzione di continuità, dalla metà del Cinquecento fino al secolo scorso. Prima cartiera, poi impresa tessile: si estende lungo il corso del torrente Cervo, della cui corrente si è da sempre servito come forza motrice. Il lanificio Maurizio Sella, nelle valli del biellese, è oggi prezioso reperto di archeologia industriale. Involontario monumento ad una lunga e felice stagione dell’imprenditoria italiana.
Una pagina di storia omaggiata ed esaltata dalla decima edizione del Premio Federico Maggia, bandito da Fondazione Sella – attuale proprietaria dell’immobile – e rivolto agli architetti italiani under trenta. Obiettivo: tornare a vivere gli spazi dismessi del lanificio. Attraverso un concorso che chiede di immaginare allestimenti possibili per il filatoio della seta, cuore dello stabilimento e simbolo della fiorente industria tessile che ha fatto grande il nome di Biella.
I termini dell’iscrizione, che scade il prossimo 10 maggio, prevedono una prima scrematura dei candidati: sono dieci i progettisti cui viene data l’effettiva possibilità di allestire la propria porzione di filatoio e concorrere al premio finale di 15mila euro. Per vincere è necessario conquistare il favore di una giuria presieduta dal direttore di Casabella Francesco Dal Co; e che vede, tra i suoi membri, Michelangelo Pistoletto e Cino Zucchi.
Un evento che celebra il più avventuroso e genuino spirito dell’imprenditorialità e, al tempo stesso, un grande dell’architettura del Novecento. Ha lavorato giovanissimo a Torino, dove ha firmato il padiglione del mercato del pesce a Porta Palazzo; poi è tornato nell’amata Biella: Federico Maggia ha legato il proprio nome alla sua città natale, per cui ha elaborato negli Anni Cinquanta il piano regolatore che le ha dato l’immagine che oggi conosciamo.