L’allestimento visionario di Yannis Kokkos, un’opera di Kiefer ad accogliere il pubblico nel ridotto: il San Carlo di Napoli festeggia il bicentenario della nascita di Wagner con una spettacolare versione de “L’olandese volante”
Il fondale è un pannello in plexiglass: a seconda della scena funge da specchio, che raddoppia con magico effetto di straniamento ciò che accade sul palco; oppure da schermo per proiezioni, spazio dove sfogare lo spirito visionario di un’opera dai toni decisamente onirici. Scene ideate oltre dieci anni fa per il Teatro dell’Opera di Bologna ed oggi adattate per il San Carlo di Napoli quelle di Yannis Kokkos, splendido interprete de L’olandese volante di Richard Wagner.
L’omaggio del teatro partenopeo al compositore di Bayreuth, celebrato nel bicentenario della nascita, debutta venerdì 19 aprile: le scenografie di Kokkos traducono nello spazio l’atmosfera fantasmagorica che avvolge l’intera opera. Apparizioni demoniache, sogni premonitori e oscure presenze: da un’antica leggenda nordeuropea rivive, nella musica di un giovane Wagner, l’inquieta passionalità di Senta, decisa a sacrificare la propria vita pur di redimete l’amato. Condannato alla dannazione eterna.
Un cast importante quello in scena al San Carlo: sul podio Stefan Anton Reck, già assistente di Claudio Abbado e considerato tra le più promettenti giovani bacchette in attività; ad alternarsi nel ruolo dell’Olandese sono il finlandese Juha Uusitalo, baritono dal timbro unico e Yalun Zhang. Nei panni di Senta si avvicendano invece Elisabete Matos e Jennifer Wilson, nota nel mondo come eccezionale interprete del repertorio wagneriano.
Ad accogliere il pubblico nel nuovo Ridotto del teatro, fino all’ultima replica del 28 aprile, la “Claudia Quinta” di Anselm Kiefer. Un abito femminile, a grandezza naturale, eternato in forma di scultura; poggiato sulla scollatura la sagoma di un incrociatore, eletto a immagine feticcio della navigazione: l’opera ricorda la leggenda secondo cui Claudia, matrona romana ferita nell’onore, trovò la propria riabilitazione disincagliando miracolosamente un’imbarcazione arenata.