Ritratti dall’orrore quelli che conquistano l’Iris d’Or ai Sony World Photography Awards: la più prestigiosa statuetta degli Oscar della fotografia va alla norvegese Andrea Gjestvang, che documenta con empatia lo spaesamento dei sopravvissuti di Utoya
Non un compito semplice quello della giuria guidata da Catherine Meyerhoff, responsabile dei progetti speciali per l’agenzia Magnum. Oltre 122mila i progetti arrivati da 170 diversi paesi del mondo per l’edizione 2013 dei Sony World Photography Awards, veri e propri Oscar dello scatto assegnati a Londra. Diverse le categorie in concorso, per una competizione rivolta ai professionisti ma anche ai semplici appassionati: una autentica festa dell’immagine.
A vincere nella categoria più ambita è la norvegese Andrea Gjestvang, che ottiene il consenso unanime da parte della giuria e conquista l’Iris d’Or, oltre a un premio in denaro di 25mila dollari. Struggente il suo “One day in history”, progetto che testimonia l’orrore quotidiano dei giovani sopravvissuti alla strage di Utoya: la macchina fotografica, con commovente senso di pietà, svela le più profonde cicatrici rimaste nell’animo di chi si è misurato con l’orrore più cieco.
Tre le menzioni per altrettanti fotografi italiani: ha appena 23 anni Alice Caputo, giovanissima vincitrice nella sezione “Lifestyle” per l’intimo reportage con cui ha documentato, l’anno passato, le vacanze trascorse con la famiglia in Liguria. Un delicatissimo diario visivo, che nelle atmosfera caliginose della più tipica estate italiana si fa declinazione per immagini di un lessico famigliare tanto personale quanto potenzialmente condiviso.
Fotogiornalismo d’inchiesta quello che vale a Valerio Bispuri il premio nella sezione riservata ai Temi d’Attualità: da oltre dieci anni il reporter documenta con i suoi scatti in bianco e nero la drammatica situazione delle carceri in diversi paesi del Sud America. E in Argentina si è mossa Myriam Meloni, miglior fotografa nella sezione Arte e Cultura per la serie con cui racconta la nuova vita di una vecchia limousine, un tempo auto dei potenti ed oggi feticcio di ricchezza affittato per feste al limite della trasgressione.