8 Aprile 2013
Sposa con sintesi efficace il linguaggio del cinema a quello della pittura, celebrando con le sue installazioni multimediali i grandi del Rinascimento. Peter Greenaway racconta a Roma la propria arte, per la serie di incontri promossi da Il Gioco del Lotto a Palazzo Barberini
Tratta il grande schermo come fosse un’immensa tela: le immagini, orchestrate dal suo occhio attento, prendono forma con robusta intensità. Quasi la telecamera, invece di registrare il reale, fosse in grado di creare nuove dimensioni visive: costruendo mondi inediti. Un funambolo dell’arte l’eclettico Peter Greenaway: cammina sul filo sottile che separa cinema e pittura, trovando nella felice ibridazione tra i due linguaggi una sintesi stupefacente.
L’universo visionario del cineasta inglese è al centro di un nuovo incontro della serie “Il Gioco serio dell’Arte”, programma di talk promosso dal Il Gioco del Lotto – Lottomatica per la regia di Massimiliano Finazzer Flory: l’attore e regista dialoga lunedì 8 aprile con lo stesso Greenaway, discutendo su come le nuove tecnologie possono esaltare l’arte del passato attraverso i linguaggi di quella del presente. Rinnovando stupore e meraviglia.
Il Cenacolo vinciano nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, a Milano, e poi a New York; le Nozze di Cana, capolavoro di Paolo Veronese, alla Fondazione Cini di Venezia: Greenaway, nel recente passato, ha saputo raccontare con spettacolari installazioni immersive alcuni tra i più esaltanti capolavori del Rinascimento. La sua ricetta, tecnicamente impeccabile, vede traghettare la pittura nel futuro: per un vero e proprio viaggio verso l’infinito.
Il dialogo tra il regista e Finazzer Flory, nella suggestiva cornice romana di Palazzo Barberini, affronta dettagli puramente tecnici e profondi presupposti concettuali; arriva a proporre in maniera implicita e inconsapevole l’avvento di un nuovo umanesimo: felice stagione dove la convivenza fra arte e scienza, cultura e tecnologia si fa palestra per l’esaltazione di nuove energie creative.