Un allestimento immersivo, complici le tecnologie multimediali, per entrare nel mondo di una delle più straordinarie personalità della lirica. Con “Amo Pavarotti” Verona ricorda, attraverso una mostra carica di suggestione, l’estro dell’indimenticabile Big Luciano.
Prima la presentazione a New York, nel contesto delle celebrazioni per l’anno della cultura italiana negli Stati Uniti. Ora l’inaugurazione a Verona, in quell’Arena Museo Opera che raccoglie i cimeli di una stagione lirica arrivata a compiere, proprio nel 2013, i suoi primi cento anni. Martedì 23 aprile si alza il sipario su Amo Pavarotti, mostra che celebra la straordinaria parabola artistica di uno tra i tenori più amati di sempre. In Italia e nel mondo.
Nove le sale allestite, al piano terra di Palazzo Forti, con sistemi multimediali che promettono di restituire l’emozione unica di una delle voci più apprezzate di sempre. Un viaggio visualizzato attraverso una timeline che permette di accedere a un ricchissimo repertorio fotografico; video di performance e interviste sono proiettati su tessuti e all’interno di cornici tridimensionali che evocano le quinte di un vero e proprio teatro.
Innumerevoli i cimeli che ricordano l’arte e le passioni del maestro: si passa dagli autografi verdiani della sua collezione privata fino alla straordinaria registrazione dei nove Do acuti consecutivi che nel 1972 hanno incantato il pubblico di New York. Un exploit ineguagliato quello di Pavarotti nel corso della rappresentazione de “La Filledu Régiment” al Metropolitan di New York, salutato da una standing ovation mai così calorosa.
Tra i cimeli più esclusivi anche un inedito: arriva proprio dagli archivi della Metropolitan Opera House il video che nel 1997 vede Pavarotti intento a provare nei panni di Calaf, a vent’anni esatti di distanza dall’ultima sua interpretazione, a New York, della Turandot di Giacomo Puccini. Un documento unico, testimonianza di un allestimento da sogno. Con la regia di Franco Zeffirelli e la direzione di James Levine.