Centre Pompidou, presto nuove sedi all’estero

21 Maggio 2013


Scocca l’ora tramonto per l’idea di mostra itinerante, si punta verso la nascita di un vero e proprio museo diffuso, realtà di respiro internazionale capace di portare opere importanti ai quattro angoli del globo. Il direttore del Centre Pompidou, Alain Seban, lancia il progetto per una serie di spazi satelliti, sedi provvisorie destinate ad accogliere per brevi periodi esposizioni temporanee basate sulla collezione dell’istituzione parigina.

Non opere in prestito, insomma, e nemmeno mostre ideate per essere esportate in altri contesti. Ma vere e proprie fotografie che mettono a fuoco aspetti peculiari della raccolta del Pompidou, ospitate all’interno di strutture realizzate per l’occasione: in Sud America, Medio Oriente e Africa le prime tappe di un giro del mondo attraverso l’arte che, potenzialmente, si rivela infinito e destinabile a qualsiasi nazione.

La moltiplicazione del Pompidou arriva a pochi anni dall’inaugurazione di una seconda sede a Metz e in un momento particolarmente felice per la vita del museo disegnato, negli Anni Settanta, da Renzo Piano: oltre 3milioni e 800mila i visitatori nel solo 2012, risultato che segna un record per l’istituzione. Ora destinata ad alzare l’asticella e lanciare la sfida al Louvre, ad oggi il primo ed unico museo francese ad aver inaugurato sedi all’estero.

Risale allo scorso mese di aprile l’apertura della dependance del museo parigino, il più visto al mondo, ad Abu Dhabi. Un’operazione che vale alla Francia incassi a sette cifre. Il contratto stipulato con l’emirato prevede lo sfruttamento trentennale del brand “Louvre” a fronte del pagamento di un miliardo e 300milioni di euro: un caso che all’epoca del suo annuncio, era il 2007, non aveva mancato di suscitare polemiche.