“Permessi gli errori”: titola così la sedicesima edizione della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo. Duecentocinquanta in partecipanti in mostra, fino al 7 luglio, alla Mole Vanvitelliana di Ancona
Uno sguardo critico, acuto e profondo sulla società contemporanea. Il coraggio di prendere una posizione, dire la propria. Anche se ciò comporta sbilanciarsi, esprimere giudizi tranchant ; anche se un giorno, con la maturità e il senno di poi, tutto ciò potrà sembrare esagerato. È un invito alla creatività più libera e disinvolta quello espresso dalla sedicesima edizione della Biennale Giovani Artisti del Mediterraneo (BJCEM), in scena alla Mole Vanvitelliana di Ancona fino al 7 luglio.
Una rete di sessanta soggetti da mezza Europa – enti no-profit e associazioni culturali – una selezione che ha raccolto duecentocinquanta artisti under 35, portando per la prima volta nelle Marche un evento itinerante che dal 1985 ad oggi ha toccato le principali località del bacino del Mediterraneo. Il titolo di questa edizione, Errors Allowed , è un invito formale all’azzardo, al rischio, alla più sfrenata libertà espressiva.
I giovani autori raccolgono la sfida. Sguardo politico quello dei documentari di Nika Autor ed Igor Bezinovič, con quest’ultimo a documentare le recenti rivolte studentesche in Croazia; elegante il grido di dolore della greca Io Myrto Chaviara, che lista a lutto le statue nelle piazze di Atene, estremo segno dello scoramento di un’intera nazione. Ospite dalla Croazia il gruppo Solidarity Network, che manifesta nell’occupazione di vecchie fabbriche dismesse la necessità di riconvertire spazi abbandonati e consegnarli all’arte e alla cultura.
Una bandiera dell’Unione Europea costellata di puntali scaccia piccioni: ecco come l’algerino Oussama Tabti riflette sul tema dell’immigrazione, mente Rana Jarbou documenta le ansie di libertà dei paesi arabi attraverso un catalogo di graffiti sui muri di dodici città dell’area mediorientale. I crudi paesaggi urbani di Matteo Cattabriga si affacciano sulle architetture utopistiche di Francesco Fossati e Lola Guerrera, nel sogno di un altro mondo. Chissà quanto possibile.