Oltre ottocento oggetti, raccolti setacciando collezioni private sparse in tutti gli Stati Uniti. Il sogno di Bill Miller, tra i fan più sfegatati del folk singer, diventa finalmente realtà: apre a Nashville il Johnny Cash Museum
Certe cose accadono solo negli Stati Uniti. L’amore incondizionato di un fan, coltivato con passione giorno dopo giorno; la nascita di una raccolta di cimeli che diventa sterminata, al punto da portare alla creazione di un vero e proprio museo che eterna, nella città del country, uno tra i più grandi folk singer di sempre. Ha aperto i battenti a Nashville, Tennessee, il Johnny Cash Museum: luogo che celebra la memoria del man in black della musica americana.
Sono oltre ottocento gli oggetti raccolti da Bill Miller, ideatore del progetto e tra i più grandi estimatori di Cash, che ha saputo coinvolgere con il proprio entusiasmo decine di collezionisti e appassionati sparsi in ogni angolo d’America, donatori che hanno contribuito alla realizzazione di un museo che fotografa con precisione uno dei padri del rock-blues. Nelle teche trovano spazio chitarre, abiti di scena, poster, fotografie, autografi e biglietti di concerti: ma anche molto altro.
Ad essere raccontata non è infatti solo l’immagine pubblica del cantautore, ma anche la sua dimensione più intima e privata. Ecco allora il certificato di matrimonio dei genitori e la vecchia radio che campeggiava nella cucina dei Cash, insieme a mobili d’epoca e foto album di famiglia. Ed ecco tazze e divise da carcerati dalla leggendaria prigione di Folsom, teatro di uno tra i più celebri concerti della storia del rock.
Costruito a poche centinaia di metri dal museo e dalla celebre Hall of Fame del Country, il Johnny Cash Museum colma idealmente il vuoto lasciato nel cuore dei fan dopo che un rogo accidentale, nel 2007, aveva devastato la casa che l’artista – scomparso esattamente dieci anni fa – divideva con June Carter, e che era diventata autentica meta di pellegrinaggio da parte degli amanti del folk.