Catanzaro: una cascata di libri in mostra al MARCA

7 Agosto 2013


Una cascata di volumi, irresistibile e potente. Prorompe da una delle finestre del primo piano e giunge fino a terra, cristallizzata in una posa impossibile e straniante: ferma il tempo in una perfetta e affascinante torsione plastica. È l’installazione della spagnola Alicia Martìn ad accogliere i visitatori del MARCA, il Museo d’Arte Contemporanea di Catanzaro, che fino al 5 ottobre ospita i protagonisti della Bookhouse  immaginata da Alberto Fiz.

Cinquanta artisti contemporanei a confronto con il tema del libro. Considerato come medium, simbolo di trasmissione e diffusione delle idee; ma al tempo stesso manipolato e ritoccato in quanto oggetto, restituito quindi alla sua dimensione fisica. Il libro diventa mattone con cui costruire nuove visioni, realizzare monumenti all’identità collettiva e piccoli preziosi documenti individuali. Raccontare storie, a prescindere da quelle stampate nelle sue pagine.

Archivio, museo, atlante e wunderkammer. Natura molteplice per l’imponente installazione di Matej Krén, che assembla in costruzioni oniriche i volumi che trova – più o meno casualmente – nelle location delle sue mostre, rinnovando il concetto di condivisione della memoria; fugaci e sfuggenti le pagine animate da Kibong Rhee e Gregorio Botta, piccoli eleganti interventi attraversati da struggente armonia.

Non mancano i grandi nomi, a Catanzaro. Giulio Paolini e Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis e Anselm Kiefer, Emilio Isgrò e William Kentridge, Robert Rauschenberg e Gianfranco Baruchello, Claes Oldenburg e Vincenzo Agnetti. Compare, con tutto il suo carico di empatia, una delle sculture presentate da Michael Rakowitz nel corso dell’ultima Documenta : i frammenti delle statue buddiste atterrate dai talebani in Afghanistan diventano elementi per un’opera che ricorda gli antichi manoscritti distrutti dai bombardamenti alleati sulla Germania.