Da Gagosian a White Cube: le grandi gallerie internazionali puntano sul Brasile, dove va in scena la terza edizione di ArtRio. Dal 5 all’8 settembre il porto di Mauà accoglie una delle più importanti fiere emergenti al mondo
Rappresenta, numeri alla mano, la sesta economia mondiale. Inarrestabile la crescita del Brasile, più forte delle tensioni sociali e delle innegabili contraddizioni che accompagnano uno sviluppo tanto vertiginoso: una vitalità che non manca di coinvolgere anche il panorama dell’arte contemporanea. C’è attesa, dunque, per la terza edizione di ArtRio, in programma nei docks del porto di Mauà, naturalmente a Rio de Janeiro, dal 5 all’8 settembre.
Un centinaio le gallerie di respiro internazionale chiamate a mettersi in mostra nel corso di un evento che, nei suoi primi due anni, ha richiamato un pubblico di 120mila persone e totalizzato vendite superiori ai 100milioni di dollari. Tra i big spuntano allora i nomi di Larry Gagosian e della londinese White Cube, comprensibilmente attratti dalle opportunità di un mercato in frizzante espansione. A tentare la fortuna oltreoceano anche cinque operatori italiani.
Alla volta di Rio ecco partire Cardi, Monica De Cardenas e Massimo De Carlo, con una selezione di grandi nomi del contemporaneo italiano. Passando da Burri ad Alighiero Boetti, arrivando ad Uncini, Paolini, Fontana, Kounellis e Manzoni. Intrigante il binomio proposto dalla bergamasca Thomas Brambilla, con le eleganti sculture in sale di Dove Bradshaw a dialogare con le astrazioni di William Anastasi. Chiude la delegazione italiana la Galleria Gentili.
C’è anche Giuseppe Penone tra i tredici nomi selezionati dalla curatrice Abaseh Mirvali per Lupa , nuova sezione dedicata sul modello di ArtBasel Unlimited alle opere over-size, tra grandi sculture e potenti installazioni. Prosegue la fortunata miscela tra linguaggi diversi proposta in Solo , progetto speciale che vede una ventina di artisti dare forma e immagine ai testi dello scrittore carioca Sérgio Buarque de Hollanda.