Vino d’autore: Zaha Hadid disegna una bottiglia per Hillinger

Definirlo esclusivo può sembrare addirittura riduttivo. Perché è stato prodotto in una edizione limitata a soli 999 esemplari, nati attingendo da un’unica vite. E perché la bottiglia che l’accompagna porta la firma decisamente prestigiosa di Zaha Hadid, senza tema di smentita l’architetto e designer più famoso al mondo. Presentato a Vienna l’Icon Hill, vino che il produttore austriaco Leo Hillinger definisce tanto straordinario da risultare “indescrivibile a parole” .

Tutta da raccontare è invece l’operazione che vede l’archistar irachena trasferire le forme flessuose e sensuali che caratterizzano la sua filosofia progettuale, per la prima volta, ad un prodotto del genere. Un esordio quello di Hadid nel panorama del beverage  , ma non un confronto esclusivo con l’oggetto bottiglia: è passato poco più di un anno dal disegno del flacone di Woman , eau de toilette griffato Donna Karan.

La partnership tra Hadid e Hillinger, con i suoi 50 ettari vitati e il mezzo milione di bottiglie commercializzate ogni anno il maggiore produttore vinicolo austriaco, aggiorna il lungo elenco di colossi dell’industria di settore che si affidano al packaging d’autore. Recentissimo il lavoro di Karim Rashid per la marca di vodka americana Anestasia, con una bottiglia che richiama nelle forme eleganti cristalli di ghiaccio; in estate il Giappone si è rinfrescato sorseggiando le birre aromatizzate al caffè della Sekinoichi, impreziosite dalla fantasia di Nendo.

L’Italia, terra di squisite tradizioni enologiche e artistiche, non è certo esente da preziosi incontri tra i due ambiti. Ultimo in ordine di tempo quello che ha visto Michelangelo Pistoletto disegnare otto lotti di bottiglie di Ornellaia 2010, destinati all’annuale asta di beneficenza della Royal Opera House di Londra. Un evento che ha visto raccogliere la bellezza di 280mila euro: oltre centomila quelli sborsati per la Salamanazar da nove litri. Diventata la bottiglia di vino italiano più costosa della storia.