Disegni e bozzetti autografi, abiti indossati dalla divina Marlene Dietrich e anche un flacone originale del suo intramontabile N°5. Il mito di Coco Chanel in mostra al Gemeentemuseum de L’Aia
All’anagrafe era Gabrielle. Per molti fu, semplicemente, Coco. Il mondo la celebra come Chanel: la leggenda . Inaugura in questi giorni al Gemeentemuseum de L’Aia la mostra che, fino al prossimo mese di febbraio, omaggia il genio della regina indiscussa della moda; figura che più di ogni altra ha saputo imprimere un segno unico e inconfondibile nell’evoluzione del costume, diventando insuperabile icona di stile.
Disegni autografi, schizzi, bozzetti e – naturalmente – abiti, cappotti, gioielli, accessori tra i più disparati. Creati in via esclusiva per personalità che spaziano dalla superba Marlene Dietrich a Romy Schneider, passando per le più importanti teste coronate d’Europa: l’allestimento passa in rassegna l’intera parabola creativa di Chanel, dagli esordi nella Francia di un secolo fa fino alla consacrazione internazionale.
Immancabili gli oggetti divenuti, nel corso degli anni, immagine iconica della griffe Chanel e al tempo stesso sinonimo universale di fascino ed eleganza. Risale al 1921, data della commercializzazione del prodotto nella boutique parigina di rue Cambon, il flacone di N°5 esposto a L’Aia; più recenti i modelli dell’altrettanto celebre 2.55 , borsetta che ha cambiato per sempre il mondo del prêt-à-porter.
Un mito, quello di Coco, che non può non influenzare gli stilisti di ieri e di oggi. In mostra le testimonianze del lavoro di Karl Lagerfeld, dai primi Anni Ottanta alla guida di una maison che ha contribuito a rinnovare profondamente; ma anche gli omaggi d’autore al celebre little black dress , tra le più fortunate creazioni griffate Chanel. Riproposto nelle visioni dei vari Yves Saint-Laurent, Issey Miyake, Max Heymans e Hussein Chalayan.