A Londra torna Frieze. La fiera che detta le regole dell’arte

16 Ottobre 2013


Compie dieci anni di vita. E sceglie per l’occasione di rifarsi il look. Novità in vista, nel romantico Regent’s Park, per Frieze: la fiera londinese, tra gli appuntamenti più importanti al mondo, diventa grande. O meglio: più grande di quanto non sia già, premiata da uno status che la pone tra gli eventi più attesi dal mercato dell’arte. Nuovo allestimento, decisamente più arioso e imponente, quello disegnato da Carmody Groarke. Per padiglioni destinati ad accogliere, dal 17 al 20 ottobre, almeno 60mila persone.

Poco più di centocinquanta gli operatori invitati, in calo rispetto alla passata edizione, passati sotto le forche caudine di una selezione che punta a individuare solo il meglio dell’offerta su scala internazionale. Tra le novità la potentissima Marian Goodman, già titolare delle famose gallerie newyorchese e parigina, prossima all’apertura di un nuovo spazio proprio nella capitale britannica; imprescindibili le conferme per i colossi Gagosian, Lisson e Perrotin; ma anche quelle degli italiani Noero, Giò Marconi e De Carlo.

Frieze è una vetrina commerciale, ma anche piattaforma privilegiata per sperimentare nuovi linguaggi espressivi. È immaginata come un vero e proprio palcoscenico l’area creata da Andreas Angelidakis per i Frieze Projects , programma di interventi site-specific prodotti dalla fiera e commissionati ad artisti che, quest’anno, scelgono di guardare in modo privilegiato alla performance: tra loro Angelo Plessas e Ken Okiishi, Josef Strau e Gerry Bibby.

Cinque gli inediti di video-arte presentati da altrettanti autori nella sezione Film  – su tutti vale citare Petra Cortright; si rinnova dopo l’esperimento della passata edizione la sezione Masters , che pone in dialogo la più stretta attualità con capolavori del passato, in un confronto che trova la propria sintesi nella rinnovata programmazione dello Sculpture Park. Dove è attesa la posa di nuovi lavori firmati da Oscar Murillo e Alice Channer.