Dalle vie d’acqua delle vecchia Europa alle rotte tracciate dai pirati somali: a Padova scorre su un fiume di emozioni Detour, festival del cinema di viaggio. Che omaggia il visionario e ironico Wes Anderson
Navigatori solitari e pericolosi pirati che sostituiscono alle classiche sciabole temibili kalashnikov; piogge torrenziali, sullo sfondo di lussureggianti panorami tropicali, ma anche eccentrici fondali abissali. Quello dell’acqua sembra essere tema dominante della seconda edizione di Detour, festival in scena a Padova dal 15 al 20 ottobre. Undici le pellicole in concorso, quattro le anteprime italiane per una rassegna che indaga gli infiniti modi di intendere il viaggio.
A inaugurare le proiezioni il durissimo A Hijacking , con cui Thomas Lindholm racconta l’odissea di una nave cargo danese sequestrata dai pirati somali. Dalla cronaca più attuale alla pura fiction: nel Tanta Agua delle uruguaiane Ana Guevara e Letizia Jorge è la negazione dell’azione, causata da un imprevedibile maltempo, a scatenare tenere conseguenze. Con una piccola e fragile famiglia costretta ad una convivenza forzata che si trasforma in viaggio in se stessi, alla ricerca di perduti equilibri.
Eroico il River Water con cui Nicola Pittarello e Paolo Muran raccontano la pazzesca impresa di Giacomo De Stefano, capace di raggiungere Istanbul da Londra a bordo di una barca a remi. Un’avventura durata due anni, condotta riscoprendo antiche vie fluviali oggi dimenticate, fornendo un’inedita immagine dell’Europa e al tempo stesso lanciando un implicito e fortissimo messaggio a favore della sostenibilità e della tutela del patrimonio ambientale.
Non mancano, a Detour, gli eventi speciali. A partire dalle proiezioni della sezione Viaggio in Italia , che attraverso film e documentari – da Roberto Rossellini a Daniele Vicari – testimoniano l’evoluzione del nostro paesaggio e della società dal dopoguerra ad oggi; arrivando alla proposta della filmografia integrale di Wes Anderson, celebrato come icona di un cinema in continuo movimento.