Ha abbandonato tutto per vivere a contatto con i nativi americani, tra il deserto della California e il Nuovo Mexico: Walter Chappell è stato l’ultimo eroe della frontiera. Un fotografo sciamano, in mostra a Modena
Ha passato parte della sua infanzia a contatto con una comunità di nativi americani, vivendo – bianco figlio di bianchi – nel cuore di una riserva. Ha conosciuto le luci della frenetica New York, dove si avvicina alla fotografia grazie alla lezione di Minor White; e si è misurato con le più fulgide star del suo tempo, accettando di ritrarre Richard Burton, Liz Taylor e la sfortunata Sharon Tate. Ma il richiamo della frontiera resta per lui un’ossessione magnetica.
Una vita da ramingo quella di Walter Chappell, finalmente riconosciuto – a oltre dieci anni dalla morte – come uno dei più importanti fotografi del Novecento. Sono centocinquanta le sue immagini in mostra a Modena, fino al 2 febbraio, nella cornice dell’ex Ospedale Sant’Agostino: una ricca retrospettiva per indagare l’immaginario di un vero e proprio sciamano. Che ha abbandonato tutto per immergersi in modo totale in una vita fuori dal tempo e dalla Storia.
Un’esperienza da ramingo quella di Chappell, condotta tra i pueblo del New Mexico e il deserto della California, ritraendo grazie alla magia del bianco e nero volti segnati da tratti antichi. Sono state considerate licenziose, negli Anni Sessanta, le sue fotografie; osteggiate per l’insistita azione di ricerca sul corpo, sul dettaglio di linee e curve plasmate in forma di carne, nervi e pelle dalla mano geniale della natura. Non c’è morbosità, invece, in quei nudi trattati con splendida innocenza, cartoline che esaltano al meglio la meraviglia del creato.
Si è parlato di gusto per il primitivismo nella fotografia di Chappell, riconoscendo nella sua passione per le tribù dei nativi un gusto scientifico, antropologico. Ma il rapporto è forse più profondo, viscerale: nella pura e severa bellezza dei suoi soggetti, come nei placidi e maestosi silenzi che riempiono i suoi paesaggi, si legge una eroica ricerca dell’assoluto, una strenua e struggente volontà di ritrovare i perduti equilibri tra uomo e natura. Scovando nella riarsa terra rossa dell’Arizona il più genuino paradiso terrestre.