Le fan dei Beatles e i biker, le surfer-girl e gli skin. Fino all’antica sfida tra mod e rocker: alla Triennale di Milano in mostra le tavole con cui Matteo Guarnaccia racconta, con ironia, la moda Anni Sessanta
Parlano di “nomadismo multimediale” per spiegare cosa gli Anni Sessanta abbiano rappresentato per l’evoluzione del costume e la definizione del life-style contemporaneo. Quasi le diverse correnti, le mode, si siano oggettivate al punto da codificare autentiche tribù; diventando inequivocabili segni distintivi, elevando all’ennesima potenza il senso del “dimmi come ti vesti e ti dirò chi sei”. In un modo mai così profondo, libero da preconcetti e facili banalizzazioni.
È un’indagine acuta e accortissima quella che Matteo Guarnaccia, creativo a trecentosessanta gradi, porta con la complicità di Giulia Pivetta alla Triennale di Milano. Fino al 27 ottobre va in scena Dreamers and dissenters , precisissima e analitica rievocazione storica in forma di eleganti illustrazioni. Prezioso il lavoro di indagine che fornisce spunti e materiali utili alla creazione di un catalogo di capi e accessori in grado di segnare un’epoca.
A tratti sottili, a volte invece profondissime. Sono le piccole grandi differenze che separano pin-up e ragazze yé-yé, hippies e new-dandy; labilissimi e affascinanti i confini tra una tipologia e l’altra, intrigante enciclopedia del costume, con curiose e ironiche ibridazioni. Come quella che portò Ringo Starr a rispondere candidamente, a chi gli chiedeva se fosse un mod o un rocker, “I’m a mocker!” .
Le tavole di Guarnaccia, cariche di dettagli e accattivanti come fumetti, compilano con precisione assoluta un ampio e affascinante repertorio di persone e personaggi. Rispolverando chicche finite nel dimenticatoio. Spassosissimo il Beatles Dress prodotto intorno alla metà del decennio da un’azienda olandese, antesignano delle ormai classiche t-shirt che vengono vendute come souvenir di festival e concerti.