Tra sognatori e dissidenti. La moda Anni Sessanta in mostra alla Triennale di Milano

4 Ottobre 2013


Parlano di “nomadismo multimediale” per spiegare cosa gli Anni Sessanta abbiano rappresentato per l’evoluzione del costume e la definizione del life-style contemporaneo. Quasi le diverse correnti, le mode, si siano oggettivate al punto da codificare autentiche tribù; diventando inequivocabili segni distintivi, elevando all’ennesima potenza il senso del “dimmi come ti vesti e ti dirò chi sei”. In un modo mai così profondo, libero da preconcetti e facili banalizzazioni.

È un’indagine acuta e accortissima quella che Matteo Guarnaccia, creativo a trecentosessanta gradi, porta con la complicità di Giulia Pivetta alla Triennale di Milano. Fino al 27 ottobre va in scena Dreamers and dissenters , precisissima e analitica rievocazione storica in forma di eleganti illustrazioni. Prezioso il lavoro di indagine che fornisce spunti e materiali utili alla creazione di un catalogo di capi e accessori in grado di segnare un’epoca.

A tratti sottili, a volte invece profondissime. Sono le piccole grandi differenze che separano pin-up e ragazze yé-yé, hippies e new-dandy; labilissimi e affascinanti i confini tra una tipologia e l’altra, intrigante enciclopedia del costume, con curiose e ironiche ibridazioni. Come quella che portò Ringo Starr a rispondere candidamente, a chi gli chiedeva se fosse un mod o un rocker, “I’m a mocker!” .

Le tavole di Guarnaccia, cariche di dettagli e accattivanti come fumetti, compilano con precisione assoluta un ampio e affascinante repertorio di persone e personaggi. Rispolverando chicche finite nel dimenticatoio. Spassosissimo il Beatles Dress  prodotto intorno alla metà del decennio da un’azienda olandese, antesignano delle ormai classiche t-shirt che vengono vendute come souvenir di festival e concerti.