Cosa lega Alessandro Manzoni alle rivolte di Piazza Tahir? La diciottesima edizione di Natura Dèi Teatri, festival di performing art in scena a Parma dal 16 novembre: con una acuta riflessione sul tema del “glorioso”
I presupposti concettuali arrivano dalle indagini filosofiche di Gilles Deleuze. Ma non mancano acute riflessioni sui grandi della cultura italiana: partendo da Alessandro Manzoni e arrivando – complice l’occasione offerta dagli anniversari della nascita – a Gabriele D’Annunzio e Giuseppe Verdi. Il tutto servito attraverso un linguaggio innovativo per definizione, che supera il concetto di teatro tradizionale. Nella commistione con musica e arte visuale, danza e video.
Sono gli ex-spazi industriali del Lenz Teatro di Parma ad accogliere, dal 16 novembre, la diciottesima edizione di Natura Dèi Teatri , festival di performing art che propone fino al 1 dicembre quattordici spettacoli dedicati al tema del “glorioso”. Declinato con originalità e potenza, nell’affermazione dell’individualità dell’uomo come catalizzatore di magici misteri. Legati alla tradizione dell’epos classico, reinventati alla luce del contemporaneo.
È un autentico manifesto intellettuale la versione de I promessi sposi riscritta da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, tappa più recente di lungo processo di lavoro che ha coinvolto negli anni gli ex-lungodegenti dei locali centri di salute mentale. Tableau vivant di struggente empatia, immagini oniriche e visionarie per ribaltare la comune percezione del romanzo fondante la letteratura italiana moderna. Scavando nella profondità di personaggi che rivelano tutta la loro tormentata attualità.
In tema di rilettura dei classici è anche l’Hamlet Solo interpretato da Barbara Voghera, riflessione per voce sola sul capolavoro shakespeariano; plasmano le luci come fossero materia plastica le eccezionali coreografie della giapponese Naoko Tanaka, mentre i performer del collettivo Muta Imago – attesa al debutto nella cornice del Romaeuropa Festival – accendono i riflettori sulla Primavera Araba. Portando in scena le contraddizioni della rivoluzione di Piazza Tahir.