Festival del Film di Roma: Hollywood in riva al Tevere

6 Novembre 2013


Oltre settanta film di cui diciotto in concorso, dodici anteprime mondiali, un red carpet destinato ad accogliere divi di Hollywood e amate star nostrane. Dall’8 al 17 novembre la Capitale rivive i fasti dell’epoca d’oro di Cinecittà con l’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, evento che sa costruire un dialogo tra la tradizione del cinema italiano e le più interessanti scuole internazionali. Con uno sguardo particolare a ciò che accade dall’altra parte dell’Oceano.

Sfida che si annuncia serrata quella per la conquista del Marc’Aurelio d’Oro come miglior film. In lizza Her  di Spike Jonze, futuribile commedia romantica che vede un sociopatico Joaquin Phoenix legarsi innamorarsi di un sistema operativo; ma anche I corpi estranei  di Mirko Locatelli, con un sempre intensissimo Filippo Timi e il durissimo Dallas Buyers Club . Che grazie a Matthew McConaughey e a uno strepitoso Jared Leto affronta il tema delle discriminazioni nei confronti dei malati di AIDS.

Fuori concorso ma comunque attesissima la prima mondiale di Gods Behaving Badly  , straniante opera prima che vede Marc Turtetaub trasportare gli dei dell’Olimpo nella New York di oggi, con Cristopher Walken nei panni di Zeus e Sharon Stone in quelli di Afrodite; cui si accompagnano la presentazione dell’eco-horror di Eli Roth The Green Inferno  ma anche il debutto della nuova commedia di Giovanni Veronesi (nel cast Elio Germano) e la preview di Come il vento , con Valeria Golino e Filippo Timi diretti da Marco Simon Puccioni.

Guarda alle contaminazioni e ibridazioni tra diversi linguaggi la speciale sezione CinemaXXI, naturalmente ospitata – nomen omen – dal museo disegnato da Zaha Hadid. La selezione dei film sottoposti al giudizio di una giuria presieduta da Larry Clark nasce da una dichiarazione del leggendario Federico Fellini, secondo cui il cinema è “arte figurativa in movimento” . Ecco allora figure come Michelangelo Pistoletto cimentarsi in un cortometraggio, Zimmerfrei tentare la strada del documentario, Elisabetta Sgarbi proseguire la propria aricerca verso una sintesi tra cinema e arte.