Sessanta opere in arrivo dalle più importanti collezioni di Francia: Milani ospita, a palazzo Reale, la più grande mostra mai dedicata ai marmi di Auguste Rodin. Con la Sala delle Cariatidi splendido teatro di un viaggio che guarda a Michelangelo
Solo una città, in Italia, poteva accogliere la più grande mostra mai dedicata ai marmi di Auguste Rodin. Ovviamente Milano, custode di quella Pietà Rondanini che documenta l’ultima stagione creativa del Michelangelo scultore, precursore della poetica del “non-finito” che sarà cifra inconfondibile dell’artista francese. E solo una location poteva essere teatro perfetto per l’evento: la Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale.
Una cornice spettacolare, esaltata dal raffinato allestimento firmato da Didier Faustino. A giocare in modo spettacolare con le cicatrici di uno spazio che non cela, semmai rivela con orgogliosa generosità le ferite inflitte dall’ultimo conflitto mondiale, monumento a ricordo dell’insensatezza della guerra. Un fascino che ha sedotto a suo tempo Pablo Picasso, che qui volle esporre il suo Guernica ; e che torna a suggestionare diventando scrigno prezioso, fino al prossimo 26 gennaio, per i capolavori di Rodin.
Bancali in legno grezzo sostenuti da impalcature tubolari, panneggi minimali a suggerire coni ottici e delimitare la scena secondo visuali intriganti: la sublime incompiutezza dei marmi si sposa in modo perfetto con l’atmosfera sospesa della sala, tramutata in un effimero e affascinante cantiere. Dove fanno bella mostra di sé capolavori assoluti della statuaria moderna: partendo dal leggendario e sensuale Il bacio , tra i pezzi più celebri del maestro.
L’affinità elettiva che lega Rodin a Michelangelo trova riscontro in un altro capolavoro in mostra: tutt’altro che anonimo l’austero Uomo dal naso rotto firmato da Rodin, ritratto ideale del Buonarotti. Inserito a Milano in una splendida galleria di volti, che passa dall’enigmatica La donna pesce a Madame Roll ; compendio ai gruppi che traggono ispirazione dalla mitologia e rielaborano con squisita modernità i canoni della statuaria classica.
[nella foto: l’allestimento della mostra di Rodin a Milano – foto Mario Liguigli]