Ironica eleganza per la nuova perfomance che Marcello Maloberti, reduce dal successo della Biennale di Venezia, ha presentato al MACRO di Roma: ospite d’eccezione il leggendario mago Silvan
Giacca dello smoking bianca, cravattino e pantaloni neri, cintura dorata. Una divisa d’ordinanza, entrata nell’immaginario collettivo come icona della sbarazzina tv Anni Settanta e Ottanta; sinonimo di disimpegno, leggerezza, distanza abissale dai problemi del mondo. Una figura che, per spirito del contrario, torna prepotentemente di attualità oggi. Con i tempi che inducono a dolorose prese di coscienza e impongono un approccio ben diverso alla realtà.
È un’ironia amara quella che Marcello Maloberti mette in scena al MACRO di Roma, teatro di una performance che ha visto tornare al centro della scena il leggendario Aldo Savoldello. In arte Silvan, personaggio simbolo della nostra più recente cultura popolare e illusionista di caratura internazionale: unico europeo ad essere insignito in America (e per due volte) del Magician Of The Year , primo italiano ad ottenere il Merlin Award .
Maloberti, reduce dal successo del suo intervento performativo al Padiglione Italia della Biennale di Venezia, invita il mago a giocare con il pubblico del MACRO. Ponendogli tra le mani il telecomando di un argano a motore, moderna bacchetta con cui azionare – al grido di “Sim Sala Bim!” – il movimento di un imponente specchio: che fluttua nello spazio, ondeggia e barcolla, sfalsando la percezione dell’ambiente e restituendo un’immagine del reale che è pura ed effimera suggestione.
’intervento di Maloberti, malinconicamente felliniano, introduce la riflessione che da questi giorni il museo romano fa intorno al tema dello scarto tra verità e finzione, accogliendo lavori che indagando in modo profondo la percezione di sé. Ad essere esposte sono una trentina di opere di Renato Mambor relative al periodo – tra Anni Sessanta e Ottanta – in cui è stato attivo nel campo del teatro; ma anche Esecuzione , video-installazione con cui Massimiliano e Gianluca De Serio ragionano sul tema dell’identità. Individuale, certo: ma nel loro caso di gemelli al tempo stesso condivisa e partecipata.