Libri della settimana: i mille volti dell’immagine

20 Febbraio 2014


Cinque anni, gli ultimi, segnati dall’incontro con maestri indiscussi dello scatto. Reporter che hanno fermato su pellicola la Storia – Josef Koudelka con la Primavera di Praga, Steve McCurry con l’invasione sovietica dell’Afghanistan; ma anche straordinari lettori delle mutazioni del paesaggio. Urbano, è il caso di Gabriele Basilico; o naturale, come accade per Sebastião Salgado. Il direttore de La Stampa  Mario Calabresi riflette A occhi aperti sulla potenza dell’immagine, dando alle stampe con Contrasto un imperdibile catalogo di interviste esclusive.

Sulla forza della fotografia ragiona, con splendida lucidità, anche Frédéric Rousseau: esce per Laterza l’edizione italiana de Il bambino di Varsavia, disamina che nasce dal celeberrimo scatto del piccolo ebreo catturato dai nazisti del ghetto, le mani sollevate in segno di resa. Un’immagine assunta a simbolo del dramma della Shoah, ma proprio per questo spogliata della propria drammatica identità; defraudata nel passaggio dalla sfera della cruda realtà a quella del mito.

Che colore hanno la fantasia, l’emozione, l’amore, la paura, il ricordo? È possibile identificare un’atmosfera cromatica in quella che, a tutti gli effetti, rappresenta una delle opere fondamentali della letteratura moderna? Eleonora Marangoni è convinta di sì e ci offre, per i tipi di Electa, la sua argomentata analisi attorno a Proust – I colori del Tempo: scoprendo nelle pieghe della Recherche  affascinanti e imprevedibili connessioni visuali.

Se pittura e letteratura camminano a braccetto altrettanto possono dire di fare la musica e le arti figurative. Lo dimostra con il proprio percorso Kandinsky, ma anche Piet Mondrian: escono, riuniti da Castelvecchi sotto il titolo di Ritmi universali, i tre saggi che negli Anni Venti l’artista ha dedicato alle connessioni tra i due mondi. Creando inediti ed intriganti paralleli tra il jazz e il Futurismo, nella definizione di nuove appassionate letture critiche.