20 Marzo 2014
“Immagini ciò che desideri”: questo il tema della diciannovesima edizione della Biennale di Sydney, ai nastri di partenza. Una riflessione sulla fascinazione di un’estetica che tende al sublime, con interventi di Douglas Gordon, Pipilotti Rist, Yael Bartana...
Non è bello ciò che è bello, ma ciò che… si desidera ardentemente. Un punto di vista squisitamente soggettivo quello proposto dalla diciannovesima edizione della Biennale di Sydney, in scena dal 21 marzo e fino al prossimo 9 giugno; appuntamento che gioca sull’emotività, sulla carica empatica di un’arte che si rivela presenza sensuale nella vita di tutti i giorni. Immagine di un’estetica che sa guidare la nostra percezione del mondo, determinando filosofie e relazioni.
Opera simbolo di questo taglio concettuale è allora The Other Side di Callum Mortom: installazione che vede un binario tronco terminare contro un enorme wall painting che replicare l’home-page di Google. Evocando, nel misterioso portone bianco mimetizzato sotto il logo del celebre browser, l’esperienza dei trenini dell’orrore nei vecchi luna park. Per un’opera che induce a riflettere, non senza ironia, alla trasposizione dell’eterna lotta tra Bene e Male in ambiente 2.0.
Molte e importanti le firme invitate a Sydney. Partendo da due tra i più importanti video artisti in attività, Pipilotti Rist e Douglas Gordon, e arrivando a Mircea Cantor: Sic Transit Gloria Mundi ammonisce la monumentale scritta che ha composto su una parete, cucendo tra loro le micce di decine di candelotti di dinamite. Esplosivo anche l’Inferno di Yael Bartana, che in una intensa opera video riflette sull’assurdità degli estremismi religiosi seguendo un filo narrativo di maestosa eleganza.
L’avvio della biennale non spegne i riflettori sul clamoroso boicottaggio messo in atto da cinque tra i suoi ospiti più attesi, che a poche settimane dal taglio del nastro hanno deciso di non partecipare all’evento. Ólafur Ólafsson, Libia Castro, Gabrielle de Vietri, Ahmet Ögut e Charlie Sofo hanno scelto di restare a casa in segno di protesta contro uno dei main sponsor della kermesse, azienda incaricata dal governo australiano di gestire due tra i maggiori centri di detenzione per clandestini del Paese. Luoghi attorno cui impazza la polemica in merito a presunte violazioni dei diritti umani.
[nella foto: Mircea Cantor Sic Transit Gloria Mundi , 2012 e 2014 – Courtesy l’artista e Galerie Yvon Lambert, Parigi; Dvir Gallery, Tel Aviv; Magazzino, Roma – Photo: Gunther Hang]