Libri della settimana: le frontiere della critica d’arte

I riferimenti alla stagione dei totalitarismi sono doverosi, ma è nell’analisi del complesso dipanarsi dell’intero Novecento che emergono i più pungenti spunti di riflessione. Demetrio Paparoni indaga la sottile linea di confine che separa – o unisce – arte e politica: nel suo Il bello, il buono e il cattivo (Ponte alle Grazie) si passano in rassegna i rispettivi condizionamenti, le tensioni e le acquiescenze che hanno segnato la vita culturale degli ultimi cento anni.

Al ruolo sociale dell’artista guarda anche Teresa Macrì, che pubblica con Postmedia Books Politics / Poetics: raffinatissimo domino di visioni che nasce dall’analisi del lavoro di Jeremy Deller e Francis Alÿs, spingendosi lungo i sentieri di un’elegante associazione di idee a passare in rassegna le esperienze di Vito Acconci e Santiago Sierra, Mike Kelley e André Cadere. Svelando le dinamiche di un’arte che, pur nella negazione di una militanza esplicita, sa essere vibrante linguaggio di rivendicazione.

Massima concentrazione sul contenuto, ovviamente. Ma non dimenticatevi del contenitore! Sempre attualissime le considerazioni sullo spazio espositivo pubblicate a più riprese su Artforum , tra la metà degli Anni Settanta e l’inizio del decennio successivo, da Brian O’Doherty: riflessioni raccolte e tradotte per l’Italia da Johan & Levi. Che il 26 marzo dedica all’epocale Inside the white cube un seminario ospitato dalla Triennale di Milano.

Viene presentato in occasione della grande retrospettiva con cui Milano omaggia uno degli artisti italiani più importanti del Novecento: è l’agevole instant book con cui Flaminio Gualdoni ricostruisce per i tipi di Skira le vicende del capolavoro più discusso, contestato e chiacchierato della contemporaneità. Nella Breve storia della “Merda d’artista” si svelano piccoli e grandi segreti sull’opera più nota del leggendario Piero Manzoni.

[nella foto: un dettaglio dalla copertina di Politics / Poetics  di Teresa Macrì – edizioni Postmedia Books]