Dalla Cina a Roma. Una mostra i tesori della dinastia Han

2 Luglio 2014


È stato definito in antichità come “il Paese della seta e della ceramica” . Culla di una civiltà misteriosa eppure così limpida nel dimostrare attraverso manufatti straordinari la propria inarrivabile eleganza, espressione di una sensibilità che ha sposato le più alte raffinatezze dell’estetica ad una prassi artigianale di incredibile perizia. I tesori dello Hunan arrivano dalla Cina profonda a Roma. Per una mostra dal fascino straordinario.

Appuntamento a Palazzo Venezia dal 3 luglio fino al prossimo mese di febbraio per un incontro esclusivo con i tesori che appartennero ai più potenti rappresentanti della dinastia Han, signori di una vasta area della Cina meridionale nella parentesi a cavallo tra il III secolo avanti Cristo e i quattrocento anni successivi. Un’epoca eroica: mente Roma estendeva il proprio dominio nel Mediterraneo, l’Estremo Oriente conosceva l’evoluzione di una civiltà ricca, potente, tecnologicamente avanzatissima. Sorretta da una cultura di stupefacente maturità.

Sono poco meno di ottanta i manufatti esposti nella Capitale, tutti recuperati – esattamente quarant’anni fa – dall’incredibile campagna di scavi che ha permesso di rintracciare la necropoli di Mawangdui. Tre le sepolture di nobili e dignitari venute alla luce seguendo la pista effimera dell’affiorare di fuochi fatui, circa tremila i reperti sottratti dagli archeologi cinesi all’oblio del tempo e della Storia: testimoni incredibili di un passato memorabile.

Spicca su tutto il corredo funebre di Li Cang, primo ministro dello stato di Changsha, paragonato per rilevanza storica a quello del leggendario Tutankhamon. Sete e tessuti di pregio in estimabile, monili in giada finemente lavorati e delicatissimi pezzi di oreficeria contribuiscono a documentare una Storia lontanissima, nel tempo e nello spazio. Ma carica di una suggestione che sa conquistare, svelando scenari di inedita e articolata ricchezza.