Fabrizio Plessi vince il Premio Pino Pascali

C’è un rapporto fluido, in senso mai così letterale, a legare il lavoro di Pino Pascali e quello di Fabrizio Plessi. Entrambi suggestionati e quasi sedotti, per quanto in momenti e con modalità del tutto differenti, dal tema dell’acqua. Per il primo un elemento di connessione con l’ancestrale cultura pan-mediterranea, rimando alla struggente umiltà delle origini; per l’altro simbolo dell’inafferrabile, del mutevole e cangiante scorrere del tempo.

Non è dunque un azzardo accostare il lavoro di entrambi, come non è incoerente l’assegnazione a Plessi della diciassettesima edizione del premio intitolato all’artista pugliese, nel ricordo di una carriera straordinaria. Interrotta, brutalmente, troppo presto. Sono le sale del Museo Pino Pascali, nella natia Polignano a Mare, a ospitare Plescali : un’installazione site-specific che costituisce al tempo stesso un omaggio a Pascali e una summa del lavoro che Plessi ha sviluppato negli ultimi trent’anni della sua carriera.

Pioniere delle video-installazioni e degli ambienti digitali, Plessi torna a plasmare la materia seguendo l’effimera fascinazione dell’immagine virtuale. Con i suoi tavoli rovesciati e le sue vasche ad accogliere la proiezione di impetuose cascate e tormentati ruscelli, compiendo attraverso la simulazione dell’elemento naturale un tragitto complementare a quello che fu di Pascali. Protagonista di una finzione dinamica della natura, compiuta manipolando oggetti artificiali fino a metaforizzare aspetti del regno animale e vegetale.

Prosegue intanto l’attività dalla Fondazione e del Museo Pascali nel sostenere le giovani energie creative. È di queste ore il lancio del bando che invita ad una residenza d’artista, in Puglia, fissata per il prossimo autunno. Venti gli artisti under 35 che, previa selezione, possono accedere ad un ricco programma di work-shop e seminari con colleghi più maturi e già di fama acclarata. Nella costruzione di un percorso che li porterà ad elaborare e allestire la propria personale.