Dalla pelle alla tela: la Somerset House di Londra invita i migliori tatuatori su piazza a vestire i panni dell’artista tout court. Per una mostra che indaga il tema del tempo, tra riferimenti alle filosofie orientali e alla cultura pop-trash occidentale
Un tatuaggio? È per sempre! Ovviamente al netto di ripensamenti e dolorose – nonché costose! – sedute di copertura o addirittura cancellazione. Sempre in bilico tra genuina espressione culturale e pratica alla moda, l’arte del tattoo si misura per sua natura con il concetto di tempo: giocando sul confine labilissimo tra effimera fugacità ed eternità. A questo scarto ha pensato la curatrice Claudia De Sabe, protagonista a Londra di un progetto unico nel suo genere.
Gli spazi sono quelli, prestigiosi, della Somerset House. In scena fino al prossimo mese di ottobre la mostra Time: Tatto Art Today , evento che vede alcuni tra i più importanti tatuatori della scena britannica (e non solo) dare la propria visione del fluire inesorabile del tempo. Lasciando per una volta da parte aghi e inchiostri, misurandosi invece che sulla pelle nuda dei propri clienti su carta, tela e persino sculture, impugnando inediti attrezzi del mestiere.
Rispondono all’invito firme di primo piano: come Chris Garver, che recupera la mitologia orientale tracciando i suoi delicatissimi Indig dragons su un candido busto classicheggiante, nel contrasto voluto tra i riferimenti a civiltà tra loro lontane; o come Rose Hardy, che si riferisce invece al bagaglio iconografico fin-de-siècle nel proporre figure di seducenti femme fatale , simbolo dell’eterno irrisolvibile balletto tra Eros e Thanatos.
I misteriosi simbolismi della cultura giapponese tornano nelle elaboratissime figure di Kazuaki Horitomo Kitamura, mentre artisti come Joe Capobianco o Chuey Quintanar giocano sapientemente con i cliché propri della società contemporanea, attingendo senza remore a un immaginario che indugia nel pop e pesca a piene mani nel trash. Tra teschi e rose sfiorite, procaci diavolesse e lo scorrere impietoso della sabbia all’interno di impietose clessidre…
[nella foto: un’opera di Rose Hardy in mostra a Londra © Silvia Neri]