10 Settembre 2014
I più profondi intellettuali italiani, da Enzo Bianchi ad Alessandro Baricco, si danno appuntamento a Modena (con Carpi e Sassuolo) per una nuova edizione del Festival della Filosofia. Dedicato quest’anno al tema della gloria
Alla sua prima edizione, nel 2001, ha richiamato un pubblico di circa 30mila persone. Oltre duecentomila quelle accorse, invece, solo un anno fa: una crescita repentina quella che ha fatto del Festival della Filosofia di Modena uno tra gli appuntamenti culturali più interessanti di fine estate. Un evento che si rinnova da venerdì 12 a domenica 14 settembre, coinvolgendo come di consueto anche le vicine città di Sassuolo e Carpi. Per una kermesse diffusa, capace di accendere interesse su un intero territorio.
La tradizione vuole che il festival abbia ogni anno come faro una parola chiave, tema da declinare in modo il più possibile ricco e articolato nel corso delle decine di incontri, talk, dibattiti, performance e letture che si snodano per tutto il fine settimane nelle diverse location della città. Tocca al concetto di gloria essere il perno dell’edizione 2014, per un mosaico di riflessioni che spaziano dallo sport alla religione, dalla politica all’attualità.
Tra gli ospiti più attesi Alessandro Baricco ed Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose e tra i più importanti intellettuali cattolici italiani; ma anche Umberto Galimberti, Moni Ovadia e il giurista Gustavo Zagrebelski. Il fitto calendario di discussioni pubbliche si accompagna alle mostre che impreziosiscono le città sedi del festival: da non perdere proprio a Modena, città della mitica Panini, le Celebrity esposte al Museo della Figurina.
È naturalmente nel capoluogo che si concentrano gli eventi di maggiore richiamo, come il trittico di mostre che inaugura alla Fondazione Fotografia: tre i progetti chiamati a dare visioni differenti ma complementari dell’idea di gloria, così come è stata percepita da alcune tra le civiltà antiche più potenti e affascinanti. Si parte così dagli echi omerici del Mediterraneo immortalato da Mimmo Jodice per arrivare ai rarissimi scatti novecenteschi delle vestigia Inca, passando per i tempi delle grandi religioni dell’Asia visitati da Kenro Izu (nella foto).