Il primo tour a quindici anni, insieme a Buddy Holly, poi mezzo secolo al seguito dei Rolling Stones: il mondo della musica piange Bobby Keys, storico sassofonista della band di Mick Jagger
Il suo nome non è nella line-up ufficiale della band, ma dopo quasi cinquant’anni passati a suonare insieme è difficile considerare Bobby Keys come un estraneo o anche solo come un semplice session man. I Rolling Stones piangono uno dei loro più affezionati compagni di viaggio: avrebbe compiuto 71 anni tra poche settimane – peraltro lo stesso giorno del compleanno di Keith Richards – il leggendario sassofonista, morto dopo una lunga malattia nella sua casa di Franklin, Tennessee.
Una vita con il case del sax e la valigia sempre pronti quella di Keys, che appena quindicenne partecipa alla sua prima tournée al seguito del mitico Buddy Holly. Poi l’incontro, fatale, con gli Stones: siamo nel 1964, e il giovane sassofonista si imbatte nel gruppo inglese alla San Antonio Teen Fair, in Texas. Nasce uno stretto rapporto di amicizia e di collaborazione professionale, che fa di Bobby un vero e proprio elemento aggiunto del gruppo.
Suo l’assolo, entrato nella leggenda, in Brown Sugar ; suo il sassofono in tutti gli album degli Stones incisi tra il 1969 e il 1974, e poi ancora dal 1980 fino agli ultimi. C’è lui in buona parte dei tour del gruppo, a partire da quello pazzesco del 1972 negli Stati Uniti: con Keys e Richards a farsi immortalare mentre, ad un party post-concerto, scagliano un televisore dalla finestra dell’albergo che li ospita!
Ma la carriera di Bobby Keys è segnata anche da altre collaborazioni eccellenti, in primis da quella con John Lennon: è suo l’assolo che apre la trascinante Whatever Gets You Thru The Night , la prima hit dell’ormai ex Beatles in testa alle classifiche americane. Poi i dischi e le tournée con la Plastic Ono Band e con Fats Domino, Eric Clapton, Lynyrd Skynyrd, George Harrison e persino Elvis Presley.
[nella foto: Bobby Keys live nel 2009 © Sean Birmingham]