Gran finale per il 2014 della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, che chiude l’anno con quattro appuntamenti guidati dallo spirito influente e irriverente dell’artista di cui eterna il ricordo
La sua lezione vive nei tanti capolavori lasciati a testimonianza di un percorso creativo brevissimo, interrotto dalla tragica scomparsa avvenuta a soli 35 anni, ma di straordinaria importanza per la scena artistica italiana. E dunque è lo stesso Pino Pascali a vivere, ancora e per sempre, nelle collezioni e nei musei; soprattutto nella sua Polignano a Mare, dove gli spazi della Fondazione creata a suo nome si arricchiscono in queste ultime settimane dell’anno di eventi e iniziative a ricordo dell’artista.
Mentre nella sala principale del museo continua la mostra che espone, insieme a 365 immagini di cielo scattate da Luigi Ghirri i famosi 32 mq di mare circa d i Pascali, conservati alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma e restaurati per l’occasione, nell’ala sinistra fa da controcanto l’installazione multimediale Pascali virtuale . Ideata e curata da Antonio Frugis e da Michele Roppo ne ripropone, con un approccio didattico e formativo, le forme, chiedendo al pubblico di “attivarla” interagendo con essa, offrendo l’occasione di ripetere l’esperienza del Mare di Pascali anche quando l’opera tornerà nella Capitale.
Parlano la lingua di Pascali anche i giovani artisti della mostra Object Perdu (fino al 25 gennaio), nell’ala destra del museo, a cura di Roberto Lacarbonara che del maestro ripropongono il metodo di lavoro. I moduli cartonati di Raffaella Formenti, la scala di sabbia di Nicola Angiuli, la ruota panoramica composta con le sedie dei bimbi dell’asilo da Fabrizio Bellomo, la cornice impossibile di Pierluigi Calignano, gli sfoghi frattali di Paola Pezzi e le onde di rame di Antonella Zazzera (nella foto) ripropongono un sistema che in Pascali ebbe i suoi cantori più arditi.
E mentre il museo festeggia l’acquisizione di otto nuove opere di Pascali, dono dei collezionisti Ferdinando Pedone e Roberto Peccolo, prosegue fino al 20 dicembre nei palazzi storici di Polignano, Conversano, Rutigliano e Mola di Bari la collettiva nata dall’invito ad artisti provenienti da tutta Europa a interagire con il territorio e con le comunità. La mostra è il risultato di questa ricerca che ha prodotto opere site specific nate dal rapporto con i luoghi e con le persone, ma anche dalla convivenza tra gli artisti stessi.