Si apre il 3 dicembre l’ormai tradizionale mostra che porta nella sede del Comune diMilano, per le feste di fine anno, un grande capolavoro da musei stranieri. A Palazzo Reale ecco la Madonna Esterházy di Raffaello
Il cielo limpido e le morbide colline sono quelle di Toscana, paesaggio ideale che diventa icona di armonia; ma all’orizzonte già si stagliano le rovine del Foro di Nerva, memoria dell’antico che allude alla Città Eterna. È opera di passaggio in senso letterale la Madonna Esterházy , dipinta da Raffaello nel 1508: nel momento cioè del suo passaggio da Firenze a Roma. Un capolavoro assoluto, che raggiunge Milano in via del tutto eccezionale.
È ormai una piacevole tradizione quella che vuole la Sala Alessi di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, indossare il suo abito migliore e ospitare in occasione delle feste di fine anno un’opera di grandi maestri del passato, in prestito da celebri collezioni pubbliche europee. Un dono della città a turisti e residenti – l’ingresso alla mostra è gratuito; un catalogo che di anno in anno si arricchisce di pezzi sempre più pregiati.
Dopo i vari Georges de La Tour e Tiziano tocca dal 3 dicembre e fino al prossimo 11 gennaio a Raffaello, che torna a Milano a dodici mesi dallo straordinario abbraccio della città alla sua Madonna di Foligno . Un’altra maternità dell’Urbinate prende possesso della suggestiva cornice della Sala Alessi: si tratta, ora, della Madonna Esterházy , gioiello di arte devozionale in arrivo dal Museo delle Belle Arti di Budapest. A trent’anni esatti dal miracoloso recupero seguito ad uno dei furti più clamorosi che la storia recente dell’arte abbia conosciuto.
Un’opera contenuta nelle dimensioni, quasi calligrafica; un saggio di maestria di inarrivabile purezza e meraviglia: la Madonna di Raffaello si affianca per l’occasione a due opere di maestri lombardi del Rinascimento – Giovanni Boltraffio e Francesco Melzi – suggerendo tangenze, confronti stilistici, rapporti tra scuole solo apparentemente e geograficamente lontane.