I lavori giovanili dell’artista statunitense approdano nella sede romana della galleria Monitor. Per l’occasione, anche l’American Academy in Rome ha aperto nel pomeriggio le sue porte, per una conversazione con Zaloudek.
Dopo il successo del debutto newyorkese a gennaio 2015, con la mostra di opere a olio e dipinti degli anni Sessanta, Duane Zaloudek giunge all’American Academy di Roma per un nuovo evento della serie curata da Paola Capata e Brett Littman, Direttore Esecutivo del Drawing Center di New York.
Fino al 9 maggio, l’istituzione romana ospiterà infatti le tele concepite dall’artista tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Settanta.
L’ottantaquattrenne Zaloudek porta nella capitale un estratto dei suoi lavori giovanili, che rivelano il nascente interesse verso le dinamiche della visione attraverso lo studio di luce, colore e forma.
La fisicità del gesto di guardare viene intensificata da una pittura via via più essenziale, basata sulla progressiva riduzione cromatica e figurativa.
Ne è un esempio la serie Milarepa in mostra a Roma, portata a termine tra il 1965 e il 1967 in omaggio all’omonimo santo tibetano, che testimonia la straordinaria capacità di Zaloudek nel raggiungere un punto di equilibrio tra la vitalità delle forme fluide e l’austerità di colori e composizione formale. In un continuo rimando all’importanza del ruolo dello spettatore, termine ultimo dell’opera.
[Immagine di apertura: Duane Zaloudek, Milarepa XX, 1966]