Nell’International Women’s Day , ecco una lista di mostre tutte al femminile allestite in alcuni dei più importanti musei mondiali. Tra fotografia, musica e pittura, cinque grandi artiste raccontano l’essere donna nella società contemporanea.
Forse nessuna artista vivente riesce a eguagliare l’istrionica abilità di Cindy Sherman nel vestire – letteralmente – i panni degli stereotipi femminili che affollano la storia. Classe 1954, l’autrice americana mette se stessa al servizio dell’obiettivo, costruendo un’ininterrotta galleria di ritratti-denuncia dei luoghi comuni che insidiano, da sempre, il ruolo e l’immagine della donna. Ognuno degli oltre sessanta scatti presentati a Monaco ha come protagonista la stessa Sherman che, interpretando di volta in volta veri e propri clichè femminili, ne smaschera i pericolosi effetti sulla percezione reale della donna nella società contemporanea.
Oltre duecento opere, compresa un’inedita selezione di documenti d’archivio, celebrano la lunga attività creativa di Niki de Saint Phalle, in mostra al Guggenheim Museum di Bilbao con la più vasta retrospettiva degli ultimi vent’anni. Giocosa solo in apparenza, per la vivace cromia dei suoi lavori, l’artista franco-statunitense ha saputo cavalcare il Novecento con una produzione paradossale, in cui confluiscono sculture fuori misura, momenti performativi ed esperimenti pittorici. L’obiettivo è indurre a una dissacrante presa di coscienza dei fragili equilibri della politica e del panorama sociale, con un’impronta dichiaratamente femminista che ha mantenuto la sua attualità.
Inaugura proprio oggi al MoMA di New York la retrospettiva dedicata alla compositrice, cantante e musicista islandese per festeggiare i vent’anni di carriera. La mostra, che occupa due piani del prestigioso museo, riflette la vulcanica personalità di Björk e la sua tendenza alla commistione di generi. Suono, performance, design e strumentazione high-tech coesistono nell’approccio sperimentale dell’artista, facendo di lei un’icona anticipatrice di tendenze. Ai suoi illustri collaboratori, da Chris Cunningham per i video ad Alexander McQueen per i costumi, si è aggiunto anche lo stesso MoMA, che ha commissionato all’artista una delle installazioni sonore presenti in mostra e ispirata al nuovo album.
Originaria del Sud Africa e trapiantata ad Amsterdam poco più che ventenne, Marlene Dumas non ha paura di interpretare con la sua arte le dinamiche spesso scomode della contemporaneità. Dedita alla pittura, l’artista si concentra su immagini tratte dalla cronaca quotidiana e dall’immaginario cinematografico, per affrontare le controverse tematiche della sessualità, della morte, della violenza e del dramma politico. La rassegna monografica presentata alla Tate Modern di Londra è un excursus attraverso la lunga carriera di una personalità artistica ancora capace di stupire.
Un’altra storica artista-donna, scomparsa nel 2010, tiene acceso il palinsesto espositivo di Monaco fino alla prossima estate. È Louise Bourgeois, autrice di pionieristiche sperimentazioni con materiali e tecniche sorprendenti. Le sue installazioni ambientali, realizzate a partire dagli anni Quaranta del Novecento, si evolvono in ibridazioni inaspettate con il teatro e la performance, diventando pungenti veicoli di critica sociale, con un’attenzione specifica all’immagine femminile. Le Celle esposte in Germania segnano l’ultima fase della carriera di Louise Bourgeois e racchiudono l’essenza del rapporto, anche doloroso, tra afflato emotivo e fisicità, che orienta la poetica dell’artista.