Il Museo della Fotografia de L'Aia ripercorre quarant’anni di musica attraverso i ritratti fotografici anticonvenzionali di Anton Corbijn.
Sino al 21 giugno, il Museo della Fotografia de L’Aia dedica una monografica speciale al fotografo e regista olandese Anton Corbijn e agli oltre 300 ritratti – molti dei quali inediti – dei più grandi nomi della musica internazionale che hanno posato per lui.
Nirvana, U2, Nick Cave, Siouxsie Sioux, REM, Rolling Stones: l’elenco è lungo, considerando che Anton Corbijn iniziò negli anni Settanta a scattare fotografie dei più celebri musicisti e cantautori presenti sulla scena.
L’esposizione olandese, dal titolo 1-2-3-4, festeggia i sessant’anni del fotografo – nato appunto nel 1955 – oltre che quattro decenni di straordinaria carriera.
Negli anni, infatti, Anton Corbijn ha sviluppato uno stile ritrattistico unico e poco ortodosso, che ha avuto un ruolo determinante nel definire l’immagine pubblica degli artisti immortalati.
Solitamente i soggetti di Corbijn sono fotografati fuori dallo studio. Anticonformismo e sincerità sono i tratti distintivi delle sue fotografie, dalle quali emerge sempre un lato inaspettato delle personalità sui quali punta l’obiettivo.
A volte, invece, fa indossare loro una maschera, come nel caso dei Rolling Stones (che vediamo nella foto in apertura), degli U2 e degli Arcade Fire, per conferire ai ritratti un’aura mistica ed enigmatica.
Con molte delle band fotografate, Anton Corbijn ha stretto sodalizi artistici decennali. Ad esempio, con gli U2 e i Depeche Mode ha collaborato non solo come fotografo ma anche come regista di videoclip e, per il suo contributo essenziale, è stato spesso considerato come un componente “ad honorem” delle band.