L’instancabile immaginazione del “pittore matto” giunge a Costigliole Saluzzo con una mostra trasversale, dove i colori dell’artista generano dialoghi inaspettati.
Il Centro Michele Berra per l’arte del ‘900, ospitato da Palazzo Sarriod de La Tour a Costigliole Saluzzo, in provincia di Cuneo, dedica il primo evento della nuova stagione espositiva a un protagonista d’eccezione. La mostra Antonio Ligabue e i candidi visionari, allestita fino al 5 luglio, celebra l’unicità stilistica del pittore nel cinquantesimo anniversario della morte.
Noto alla critica e al pubblico per l’eccezionale utilizzo del colore e per la scelta di soggetti tratti dal mondo naturale, Antonio Ligabue ha saputo testimoniare con spontaneità il labile confine tra follia e fervore creativo. I lavori in mostra sono altrettanti ritratti di una fauna animalesca calata nel paesaggio quasi fantastico della pianura emiliana, terra d’adozione dell’artista, e dimostrano una spontaneità al limite tra candore e inquietudine.
I dipinti di Pietro Ghizzardi e Bruno Rovesti – personalità affini a Ligabue e provenienti dal medesimo contesto culturale padano – insieme alle opere naive di Ivan Generaliç, Ivan Lackovic Croata, Ivan Vecenaj, Mijo Kovacic e Ivan Rabuzin, espandono i confini di un’arte tutt’altro che ingenua.