Il Museo apre finalmente al pubblico dopo cinque anni di cantiere, ma nemmeno un giorno di chiusura. L'istituzione torinese si presenta adesso in una veste totalmente rinnovata, pur rimanendo nella stessa location: ecco il nuovo percorso espositivo.
“Il Museo Egizio di Torino è un modello per altri musei”: così l’ha definito il ministro Dario Franceschini, presente all’inaugurazione della rinnovata e ampliata Fondazione Museo delle Antichità Egizie.
Il Museo apre finalmente al pubblico dopo cinque anni di cantiere, ma nemmeno un giorno di chiusura; soprattutto, l’intero rinnovamento è stato condotto nei tempi e nel budget previsti.
L’istituzione si presenta adesso in una veste totalmente rinnovata, pur rimanendo nella stessa location – il palazzo seicentesco del Collegio dei Nobili, poi sede dell’Accademia delle Scienze dalla fine del Settecento.
Il piano ipogeo è ora dedicato ai servizi (biglietteria, accoglienza, guardaroba e bookshop), oltre a ospitare una sezione dedicata alla storia di coloro che hanno fatto la Storia (egittologi e archeologi).
Il percorso vero e proprio comincia dal secondo piano, dopo un breve viaggio in scala mobile – da cui è possibile vedere tra l’altro l’installazione Il Grande Nilo di Dante Ferretti, un monumentale pannello di tessuti sovrapposti in omaggio al centenario dalla nascita di Alberto Burri.
Si accede quindi ai locali un tempo occupati dalla Galleria Sabauda (ora traslocata al Museo di Antichità), per immergersi in quelli che sono i nuovi spazi dell’istituzione torinese, luminosi e ampi.
Per il direttore Christian Greco, insediatosi meno di un anno fa, il nuovo Museo Egizio “mette al centro la ricerca e connette i reperti con il luogo dove sono stati trovati”.
Il tutto, reso possibile dalla tecnologia, attraverso la disponibilità di videoguide in sei lingue e da un allestimento narrativo fatto di testi tradotti non solo in inglese ma anche in arabo, per sottolineare lo stretto legame con la terra da cui le collezioni dell’Egizio provengono.