Ancora una diatriba sollevata sulla fotografia di guerra più famosa di ogni tempo, scattata nel 1936 durante la Guerra Civile Spagnola. Chi è l'autore? Non Robert Capa, secondo il reporter Ara Güler.
È la fotografia di guerra più celebre nella storia del fotogiornalismo, ancor più degli scatti che testimoniano lo Sbarco in Normandia: è l’immagine de Il miliziano colpito a morte (The Falling Soldier), versione contemporanea della fucilazione del 3 maggio 1808 di Goya; fotografia che ferma nel tempo l’istante esatto in cui un uomo viene raggiunto da un proiettile mortale.
Pubblicata prima sulla rivista VU e poi su Life nello stesso 1936 in cui venne realizzata, la fotografia scattata durante la Guerra Civile Spagnola è – allo stesso modo – sia quella che ha procurato a Robert Capa la fama internazionale, sia l’oggetto delle maggiori critiche a lui indirizzate.
A partire dagli anni Settanta, infatti, studi e ricerche hanno avanzato diversi dubbi sull’autenticità dello scatto. Che, alternativamente, non sarebbe stato scattato a Cerro Muriano – in Andalusia – o riprenderebbe una “finta” battaglia, ovvero un conflitto inscenato a bella posta per l’obiettivo.
Un’intervista radiofonica realizzata da Capa nel 1947 – ma riscoperta solo in anni recenti – ha in effetti chiarito che quel giorno a Cerro Muriano non si tenne un combattimento, ma i miliziani antifascisti con cui viaggiava il fotografo si imbatterono in una mitragliatrice del nemico e uscirono in campo aperto per andare alla sua conquista. Durante questa operazione, Capa sollevò la macchina fotografica al di sopra della sua testa, restando riparato all’interno della trincea, e casualmente riuscì a scattare questa tragica immagine.
Come ha ammesso lo stesso fotografo, Capa inviò al giornale le pellicole senza averle ancora sviluppate, motivo per cui scoprì di essere diventato un reporter famoso solo dopo aver abbandonato il fronte ed essere tornato in territorio di pace.
Può essere allora che i rullini di Capa e quelli di Gerda Taro – sua compagna e anch’ella fotografa, che viaggiava con lui in Andalusia – si siano mischiati tra loro? Possibile che lo scatto attribuito a Robert Capa fosse stato invece scattato dalla fidanzata?
È quanto viene da supporre alla luce dell’ultima dichiarazione che mette in dubbio, ancora una volta, il ruolo svolto dal reporter in quel fatidico 5 settembre 1936. In un’intervista rilasciata a Progetto Mediterranea a fine marzo, il fotografo Ara Güler sostiene che “la famosa foto del miliziano che cade colpito alla testa, ad esempio, non l’ha fatta lui [Robert Capa, ndr], ma una ragazza che era lì con lui”.
A far pesare una simile dichiarazione è il fatto che Güler – il 93enne “occhio di Istanbul”, com’è stato ribattezzato – sia egli stesso un reporter appartenente alla stessa generazione di Robert Capa ed Henri Cartier-Bresson, che anzi lo convinse a entrare a far parte di Magnum Photos. La sua versione sarebbe insomma “di prima mano”, ma purtroppo nè Gerda Taro nè Robert Capa potranno mai fornirci la loro: entrambi sono morti in due differenti scenari di guerra, nel pieno svolgimento della loro missione.