Dal 1975 ai giorni nostri, il fotografo americano Nicholas Nixon ha fotografato ogni anno lo stesso soggetto: sua moglie Bebe e le tre sorelle. I 40 ritratti delle sorelle Brown, scattati in altrettanti anni, sono ora in mostra alla Pinakothek der Moderne di Monaco di Baviera.
Era l’estate del 1975 quando, nel corso di una visita alla famiglia della moglie Bebe, Nicholas Nixon ha proposto a lei e alle tre sorelle di farsi ritrarre in una foto di gruppo.
È stato il primo di una lunga serie, che negli anni ha mantenuto identico il soggetto e le modalità della sessione fotografica: loro, le quattro sorelle Brown, ogni anno si sono ritrovate di fronte all’obiettivo del fotografo americano, vestite e acconciate come meglio credevano… ma sempre disposte nello stesso ordine della prima fotografia.
Sono passati quarant’anni esatti. Tanti sono i ritratti delle sorelle Brown in mostra fino a al 5 luglio presso la Pinakothek der Moderne, a Monaco di Baviera (Germania).
L’esposizione presenta al pubblico il progetto che ha accompagnato Nicholas Nixon per quasi tutta la sua carriera e al quale il MoMa ha dedicato anche un libro – The Brown Sisters: Forty Years – lo scorso anno.
Al di là dell’incredibile costanza del fotografo e delle sue modelle, ciò che balza subito all’occhio è la stabilità del legame tra le sorelle Brown, a dispetto dei mutamenti fisici e caratteriali che man mano attraversano: maturano, invecchiano; diventano più serie o si ingentiliscono; mostrano uno sguardo diretto ai limiti dell’aggressione visiva o guardano altrove, in cerca di chissà cosa.
Non smettono mai, però, di riunirsi e cercare un contatto reciproco, riuscendo a concentrare tutte se stesse in una sola fotografia all’anno, nell’inquadratura ristretta che il più delle volte non le coglie nemmeno a figura intera.
Stringendosi l’una all’altra, formano un tutt’uno che fa di queste fotografie un esempio magnifico di “ritratto di gruppo”, con tutti i sottintesi e i segreti che il genere di rappresentazione da sempre è capace di veicolare, affascinando lo spettatore che non può conoscere tutta la storia, ma lo stesso ne intuisce una.