Sino all’8 novembre, nel Serrone di Villa Reale di Monza sono esposte 200 fotografie del fotoreporter giapponese Kazuyoshi Nomachi. Per viaggiare tra terre e culture lontane.
Nel Serrone della neoclassica Villa Reale di Monza, sino all’8 novembre è allestita una grande antologica del fotoreporter giapponese Kazuyoshi Nomachi. Le vie dell’anima offre allo sguardo del pubblico un corpus di 200 fotografie che raccontano viaggi in terre lontane e sconfinate, alla ricerca del sacro nella quotidianità, di culture e spiritualità altre.
Il percorso espositivo si articola in 7 sezioni, con un allestimento coinvolgente progettato da Peter Botazzi. La mostra percorre oltre 40 anni della carriera di Kazuyoshi Nomachi a partire dal 1972, quando attraversò il deserto del Sahara, documentando il suo peregrinare nella sua prima opera monografica. Gli anni successivi percorse il Nilo, dal delta fino alla fonte in un ghiacciaio dell’Uganda, traducendo il suo viaggio in immagini che ritraevano con pari dignità e bellezza i paesaggi naturali unici e le genti africane.
Nel 1988 Nomachi si sposta in Asia, dove esplora le altitudini estreme del Tibet. Tra il 1995 e il 2000, invece, si dedica alle sacre città dell’Islam, fotografando i grandi pellegrinaggi a La Mecca e Medina. Dal 2002 visita gli altopiani delle Ande, il Perù e la Bolivia, per indagare l’intreccio fra cattolicesimo e civiltà Inca. Tra il 2004 e il 2008, infine, si spinge alla scoperta dell’Induismo e delle terre lambite dal sacro fiume Gange.
Promossa dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, la mostra è organizzata e prodotta da Civita Cultura, in collaborazione con Creviis e Fondazione Italia-Giappone e con il sostegno di Canon.