È andato in scena in forma “minimalista”, il Fidelio con cui si è aperta l'edizione 2015 del più antico festival italiano, non per scelte artistiche ma a causa di uno sciopero.
Il Maggio Musicale Fiorentino è il più antico festival che l’Italia può vantare, datando la sua prima edizione al 1933. Di più, si tratta anche della kermesse che storicamente ha sempre attratto il pubblico internazionale, soprattutto per la capacità di portare a una felice sintesi le arti visive contemporanee e il teatro in musica: si pensi che, tra gli scenografi del Maggio, figurano anche De Chirico e Sironi.
Proprio la scenografia del Fidelio di Beethoven, con cui è stato ufficialmente inaugurato il festival quest’anno, è venuta curiosamente a mancare alla prima del 27 aprile. E non per una qualche originale scelta artistica, ma per una causa ben più prosaica: lo sciopero di 50 tecnici, la cui assenza ha costretto tutto il cast – cantanti, coro, comparse in costume – a esibirsi all’interno di una scena unica, per giunta ingombra di elementi voluminosi.
La protesta, infatti, ha avuto inizio durante la prova del primo quadro del Secondo Atto, ambientata in una prigione le cui quinte teatrali non sono più state sostituite, rimanendo in scena ben oltre le indicazioni del libretto.
L’assenza dei tecnici delle luci e degli addetti ai sottotitoli ha ulteriormente complicato la messa in scena, rischiando di compromettere la stessa comprensibilità della piece teatrale.
Eppure, a dispetto delle condizioni difficili, l’intero cast ha operato al massimo delle proprie capacità. Uno sforzo che non è passato in osservato, visto che il pubblico ha poi tributato agli interpreti una serie di calorose ovazioni.