Il 25 maggio è scomparsa la fotoreporter americana Mary Ellen Mark. Ha trascorso tutta una vita dietro l’obbiettivo, tra la dura realtà dei reietti della società e la finzione svelata della grande cinematografia.
Aveva 75 anni, la fotografa americana Mary Ellen Mark. Si è diffusa solo ieri la notizia della sua scomparsa, il 25 maggio, in seguito a una dura malattia.
Nata a Philadelphia nel 1940, già nel 1964 Mark si specializza in fotogiornalismo e, l’anno successivo, ottiene una borsa di studio per lavorare in Turchia per un anno.
“Sono interessata alle persone borderline. Provo affinità con coloro che non hanno sfondato nella nostra società. Quello che voglio fare più di ogni altra cosa è riconoscere la loro esistenza”, raccontava Mary Ellen Mark a proposito del suo lavoro.
Difatti, i suoi scatti più intensi sono fotografie in bianco e nero di emarginati, senzatetto, tossicodipendenti e prostitute. Ritratti con intima comprensione, piuttosto che insistendo sulla loro “alterità” come già aveva fatto Diane Arbus. Sarà per questo approccio gentile e paritario che Mark è stata la prima fotografa a ritrarre un reportage su Madre Teresa di Calcutta, oltre a ritrarre la cultura omosessuale, il fronte di liberazione femminista e poi la guerra in Vietnam.
Mary Ellen Mark è ricordata anche per gli scatti legati al mondo del cinema: tra gli altri, lavorò al fianco di Fellini, fotografando il dietro le quinte del film Satyricon nel 1968, per un reportage sul grande regista italiano che le fu commissionato dalla rivista statunitense Look, e sul set di Apocalypse Now (da cui proviene il ritratto di Marlon Brando in apertura dell’articolo).