Torna la rassegna cinematografica dedicata al superamento dei pregiudizi e alla lotta contro le barriere fisiche e metaforiche della contemporaneità.
Giunto all’ottava edizione, il Film Festival Senza Frontiere torna a Roma con un tema estremamente attuale: la libertà, in tutte le sue accezioni. Dal 5 al 7 giugno, la Casa del Cinema ospiterà una selezione di film internazionali ispirati al clima sociale e politico di Medio Oriente, Russia e Iran, uniti da un filo conduttore comune.
Il festival inaugura con la proiezione di Taxi, del regista iraniano Jafar Panahi, vincitore dell’Orso d’oro a Berlino nel febbraio 2015. Girato in clandestinità a causa del divieto imposto dal governo dell’Iran, attraverso le testimonianze dei passeggeri del taxi il film ricostruisce un interessante spaccato della vita a Teheran.
Anche The Fool di Yuriy Bykov approfondisce le dinamiche di un paese complesso, affrontando il problema della corruzione in Russia.
Monk with a Camera (nell’immagine in apertura), diretto da Guido Santi e Tina Mascara, è invece la storia del fotografo Nicholas Vreeland (nipote della celebre giornalista Diane) che, dopo essere diventato monaco buddista, mette la fotografia al servizio della sua fede.
La dimensione politico-sociale torna al centro dei film previsti per la terza giornata, come Last Days in Vietnam, diretto da Rory Kennedy, che descrive il dilemma morale dei militari americani alla fine del conflitto: ubbidire agli ordini o salvare più vite possibili. Chiuderà la rassegna Citizenfour di Laura Poitras, film vincitore quest’anno del premio Oscar come miglior documentario e basato sull’odierna mancanza di privacy rispetto alla tecnologia dilagante.