Citando una vecchia canzone di Giorgio Gaber, la mostra ‘Com’è viva la città. Art & the City 1913-2014’ racconta l’evoluzione della città moderna, attraverso la prospettiva di artisti internazionali. Da de Chirico a Cattelan.
A Como, nella settecentesca Villa Olmo, la mostra Com’è viva la città. Art & the City 1913-2014 chiude la trilogia dedicata al tema dell’urbe nella modernità. Mentre le esposizioni precedenti erano focalizzate sulla città come luogo fisico e complesso architettonico, la mostra allestita attualmente nella dimora neoclassica considera l’ecosistema urbano come sede del vivere sociale.
Visitabile sino al 29 novembre, la mostra è curata da Giacinto Di Pietrantonio – critico d’arte e direttore della GAMeC, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo – che ha riunito oltre 50 opere di artisti italiani e internazionali, datate dai primi del Novecento, dove si rintracciano le radici della città moderna, per seguirne gli sviluppi sino ai giorni nostri.
I cambiamenti della società, dei rapporti tra individui e dei confini tra spazio pubblico e ambiente privato; la metamorfosi dei mezzi di comunicazione e l’evolversi del sistema economico, avvenuti lungo tutto il secolo scorso, sono seguiti attraverso lo sguardo di artisti come Giorgio de Chirico, Felice Casorati, Andy Warhol, Michelangelo Pistoletto, Vanessa Beecroft e Maurizio Cattelan.
Alcuni pezzi provengono da collezioni private, mentre altre sono prestiti da importanti musei come il Castello di Rivoli, il Mart di Rovereto, il MAGA di Gallarate e la GAMeC di Bergamo. Muovendosi tra epoche diverse, media, supporti e linguaggi espressivi differenti, dalla pittura alla fotografia, dall’arte figurativa all’astrattismo, la mostra racconta “com’è viva la città”. Proprio come Giorgio Gaber cantava nel 1969.
[Immagine in anteprima: Roy Lichtenstein, Wallpaper with blue floor interior, 1992, 260×385 cm, Collezione privata, Roma]