Le stranianti fotografie dell’artista francese raggiungono la Ville Lumière con una mostra che mette in luce le incongruenze dell’immaginario contemporaneo. Tra manichini e icone pop.
Fino al 14 settembre, il Centre Pompidou di Parigi accoglie per la prima volta in assoluto il lavoro fotografico di Valérie Belin, in una mostra a lei intitolata e dall’emblematico sottotitolo – Immagini inquiete. Ispirate alle icone di oggi, le opere dell’artista francese aprono scomodi interrogativi sull’autenticità della vita quotidiana in cui siamo immersi, invitando a prendere coscienza dei suoi aspetti.
Circa trenta scatti sono allestiti al quarto piano dell’istituzione parigina votata al contemporaneo, mettendo in risalto Super Model, la serie realizzata da Belin in tempi più recenti. Ispirate all’iconografia dei manichini – centrale nella produzione della fotografa – le immagini tratte da questo ciclo lasciano interdetti sulla veridicità dei loro soggetti, inducendo a chiedersi se si tratti di persone in carne e ossa oppure di presenze inanimate.
Donne bellissime ma quasi cristallizzate nella loro posa, still life surreali nello loro disturbante perfezione e icone pop come Michael Jackson, più simili a statue di cera che a individui realmente vissuti, popolano gli scatti in mostra. Spetta alla tecnica ineccepibile di Belin, fatta di luci, contrasti e proporzioni calibrati ad hoc, dare un significato alla sensazione di inquietudine veicolata dal titolo.