Velivoli leggeri, auto senza guidatore e robot cambieranno il modo di vivere e progettare le città: parola dell’architetto britannico Norman Foster. Che intanto progetta un aeroporto per droni, per agevolare il trasporto di forniture mediche in Africa orientale.
Durante un recente evento pubblico a Londra, l’architetto e designer britannico Norman Foster ha espresso il suo parere su come le nuove tecnologie – dai droni alle auto senza guidatore, dai robot ai materiali in grado di immagazzinare energia – cambieranno il nostro modo di vivere le città e, di conseguenza, di progettare l’architettura e gli spazi urbani.
L’architetto Premio Pritzker, ormai ottantenne, è un fervido sostenitore della tecnologia robotica e delle sue potenziali applicazioni. Solo qualche giorno fa ha rivelato il progetto per un aeroporto destinato esclusivamente a droni in Ruanda; secondo le previsioni, la base sarà operativa dal 2020 per il trasporto di forniture mediche urgenti verso zone difficilmente accessibili dell’Africa orientale: in assenza di una rete viaria efficiente e infrastrutture adatte a permettere l’atterraggio e il decollo di velivoli di grandi dimensioni, gli agili droni telecomandati potrebbero giungere lo stesso a destinazione.
Attualmente, lo studio Foster + Partners è impegnato nel progetto del nuovo quartier generale europeo di Bloomberg a Walbrook Square, a Londra. Sarà completato nel 2017 e comprenderà un teatro con 250 posti a sedere, 18 ristoranti, oltre 4mila scrivanie, due spazi aperti al pubblico e un nuovo ingresso alla metropolitana.