Nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925, lo scrittore siciliano compie oggi 90 anni. Il suo maggiore successo – innanzitutto di pubblico – è legato al personaggio del commissario Salvo Montalbano, impegnato in una quotidiana lotta contro il crimine nell'immaginaria cittadina di Vigata.
Andrea Camilleri sostiene di essere indirettamente “ricattato” dal commissario cui ha dato vita. Se Salvo Montalbano gli ha dato fama e successo, lo scrittore siciliano è in realtà autore di moltissimi altri volumi – a volte ambientati anch’essi a Vigata, ma a cavallo tra Ottocento e Novecento, o ancora nella Sicilia del Seicento e nella Milano di oggi. Sono questi, in realtà, i romanzi a cui Camilleri tiene di più, ma tornano periodicamente all’attenzione del pubblico proprio grazie alle nuove uscite della più famosa serie di Montalbano: “Lui permette ai miei romanzi di restare, come si dice, in catalogo. Li tiene vivi”.
A un esordio letterario in sordina, Camilleri sfugge infatti proprio pubblicando nel 1994 La forma dell’acqua, il primo romanzo giallo che vede protagonista il noto membro della polizia instancabilmente attivo a Vigata, cittadina – immaginaria – sulla costa siciliana la cui cronaca nera è costellata di omicidi, rapine e rapimenti, su cui spesso si stende l’ombra lunga della mafia.
Se Montalbano era destinato ad aver vita breve, perché il creatore pensava di dedicargli non più di due romanzi, Camilleri finisce per dedicargli una delle serie letterarie di maggior successo negli ultimi anni, e non soltanto in Italia.
Forte della lezione dei grandi giallisti, da Georges Simenon a Manuel Vázquez Montalbán, come Maigret e Pepe Carvalho anche Salvo Montalbano riceve da Camilleri una personalità estremamente articolata, con le sue debolezze umane – quali la paura di invecchiare – e la capacità di sviluppare riflessioni che vanno oltre il singolo caso.
È risaputo che Montalbano sia per esempio un grande estimatore di arte – e lo stesso Camilleri ha scritto alcuni romanzi dedicati a grandi pittori quali Caravaggio, Guttuso e Renoir – come un acuto osservatore della vita politica italiana e dei suoi più ricorrenti “vizi”, sia a livello locale che nazionale. Per quanto incisivi siano idee e dubbi espressi, a renderli così incisivi è l’assoluta umanità del personaggio, eroe più per la morale integerrima e la caparbietà con cui svolge il suo dovere, che per azioni sporadiche ad alto tasso di spettacolarità.